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La migliore offerta

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su La migliore offerta

di munnyedwards
7 stelle

 

Nella vita dell’affermato banditore d’aste Virgil Oldman (Rush) le donne sono qualcosa di arcaico e sfuggente, un miraggio da ignorare per non incorrere nel rischio di restarne ammaliato, rapito, conquistato, del resto lui stesso ammette: “L’ammirazione che provo per le donne è pari al timore che ho di conoscerle”.

Virgil Oldman è chiaramente un freak moderno, un uomo di mezza età pienamente assorbito dal suo lavoro e dai suoi loschi traffici, un esperto studioso d’arte, una personalità dalla grande cultura e dall’impeccabile portamento, un volpone che in accordo con il suo amico Billy (Sutherland) si appropria “legalmente” di quadri dall’inestimabile valore, quadri che raffigurano solo ritratti femminili, donne da amare e custodire gelosamente in una stanza protetta della sua lussuosa casa.

Ma Oldman è anche un uomo che nonostante il suo grande successo resta inevitabilmente incompiuto, è un meccanismo perfetto al quale mancano gli ingranaggi fondamentali, quelli che aprono il cuore e lo fanno palpitare di un amore vero, un miraggio appunto, un sogno da contemplare nella solitudine di un harem privato e inaccessibile.

Tutto cambia quando nella sua vita entra la misteriosa figura di Claire Ibbetson (Hoeks), una ragazza che lo contatta per far valutare il patrimonio artistico della villa dei suoi genitori, ma che ripetutamente evita di incontrarlo, che si nega sfuggente come un fantasma, in realtà la giovane soffre di agorafobia e vive nascosta da ben dodici anni in una stanza segreta della villa, senza mai uscire, senza mai avere contatti diretti con altre persone.

 

Geoffrey Rush

La migliore offerta (2012): Geoffrey Rush

 

Geoffrey Rush

La migliore offerta (2012): Geoffrey Rush

 

Un freak che incontra un altro freak, questo il perno portante del soggetto che Giuseppe Tornatore propone nel suo undicesimo lungometraggio, ma nel film c’è molto di più, c’è in primis uno studio attento di psicologie contorte e anomale, uno scavo profondo e intimo di due personaggi speculari, entrambi veri e falsi allo stesso tempo, il tutto costruito sfruttando le atmosfere e i colori ambigui del mistero, in un crescendo di tensione e sospetti che tuttavia non sembrano giustificati, ma aleggiano ben presenti nell'aria.

Il climax si fa quindi sempre piu teso mentre l’amore sboccia tra Oldman e la giovane Claire, l’obbiettivo dell’uomo è quello di vincere le paure della donna e di spingerla ad uscire dalla casa ma anche lui deve fare i conti con il mondo femminile, del quale ignora anche le più basilari regole.

La migliore offerta è quella che non si può rifiutare, un uomo esperto come Oldman lo sa benissimo, per questo non può dire di no alla bellezza e all’amore della bella Claire, un ingranaggio perfetto da inserire nella sua fredda corazza, per completare finalmente la sua essenza di uomo (un automa di Vaucanson fatto di carne e cuore pulsante), tutto questo Tornatore ce lo racconta mostrandoci la genesi di un cambiamento radicale, una mutazione generata da sentimenti profondi e mai provati prima.

 

Geoffrey Rush, Jim Sturgess

La migliore offerta (2012): Geoffrey Rush, Jim Sturgess

 

Il film naturalmente nasconde un anima nera, un trucco beffardo che una volta svelato cambia i connotati di una vicenda sentimentale troppo bella per essere vera, una favola moderna che fin dall’inizio appariva stonata e incongrua, il cambio di rotta non sorprende, come detto il terreno era stato abilmente ben preparato, dal punto di vista logico c’è forse qualche “stortura” di troppo, ma non così grave da penalizzare il film.

In fin dei conti Tornatore si gioca bene il suo colpo di scena dando pieno significato ai bagliori noir e thriller presenti fin dall’inizio nella sua storia, che resta prima di tutto la storia di un uomo in cerca di una donna da amare, una donna che non sia solo una bellezza inviolabile da conservare gelosamente in una specie di bunker, da rubare con l’inganno nelle sue aste pilotate, ma che sia invece qualcosa di vero per cui spingersi oltre e rischiare tutto.

Oldman rischia e perde, un all-in di quelli che tagliano le gambe e spezzano la mente, ma forse alla fine ne è valsa comunque la pena, perché “se in ogni falso c’è sempre qualcosa di vero”, gli resta almeno la speranza di un attesa, in quel locale di Praga dove il ticchettio di numerosi orologi segna lo scorrere inesorabile del tempo, lui può attendere la comparsa di quell’ingranaggio diventato ormai forza vitale.

Tornatore torna dalle parti del thriller psicologico, un genere a lui non del tutto estraneo ma anzi “amico”, con Una pura formalità aveva toccato vette sorprendenti e anni dopo si era ripetuto con il buonissimo La sconosciuta, con La migliore offerta segue questo percorso firmando un opera che affascina e si lascia vedere con piacere, un film impreziosito dall’ottima prova di un Goeffrey Rush assolutamente in parte e dalla consueta perizia tecnica di un Tornatore sempre efficace nella messa in scena.

Voto: 7.5

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