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Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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will kane

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La recensione su La migliore offerta

di will kane
8 stelle

Una trama tenuta segreta fino a quando la programmazione della pellicola non era proprio imminente,un cast internazionale,una produzione senza paure nè freni logistici,:il ritorno di Giuseppe Tornatore alla regia dopo i risultati positivi di "Bàarìa" è caratterizzato dai crismi del filmone d'autore,che rinnova i fasti del cinema italiano di Visconti e Fellini,dai quali star americane o inglesi venivano a farsi dirigere senza batter ciglio.La storia di un battitore d'asta dalla reputazione eccezionale,ricco e collezionista di circa 300 ritratti di donna dal valore immenso,che però non sa apprezzare l'esistenza,vive con raffinati guanti sempre addosso,e pratica una castità dettata più che altro dalla paura del contatto umano,ha una svolta quando è chiamato a gestire la vendita dei possedimenti di una giovane che si cela al mondo per una forma di agorafobia acutissima:di lì,tra momenti urticanti,negazioni,tranelli e compiacimenti parte una storia d'amore molto particolare tra l'uomo,non più giovane,che sembra la versione chic del laido Giacomo Rizzo de "L'amico di famiglia" sorrentiniano,con capelli tinti e una maniera di agire scostante e gelidamente composta,e una ragazza bella e dai tratti di una ninfa,misteriosa ,che gli svela lentamente il proprio passato."La migliore offerta" è tuttavia un thriller,sinuoso e che se la prende comoda,ma senza traccheggiare verso lo spettatore:costruito come un puzzle,di cui sfugge sempre qualche elemento per far quadrare la figura,l'ultimo lavoro di Tornatore ha una cornice fredda come il suo protagonista,ma verso la conclusione,come lui,trova il suo punto vulnerabile,e svela una natura morbida e romantica,come del resto molto del cinema dell'autore de "L'uomo delle stelle".Rush si prende la non semplice briga di interpretare un carattere che tiene lontana qualsiasi empatia con lo spettatore,tranne nel finale,nel quale comunque mantiene una distanza dichiarata tra sè e il prossimo:meno a fuoco Jim Sturgess,che non dà gran spessore al suo personaggio,mentre Sylvia Hoeks è un'apparizione fascinosa e ambigua,e di prammatica,Donald Sutherland riveste di un pacato rammarico le frasi del suo complice del protagonista.

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