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Tutto tutto niente niente

Regia di Giulio Manfredonia vedi scheda film

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La recensione su Tutto tutto niente niente

di lamettrie
7 stelle

Pur con dei passaggi a vuoto, è un bel film grottesco. Anche, e soprattutto, per questo: perché restituisce una verità politica che la maggioranza vuole ancora ignorare, a suo danno e degli altri. Le frasi ad effetto sono tante, spesso divertenti e fulminanti, quasi tutte in bocca a Cetto, e il messaggio è chiaro: solo il delinquente è ricattabile, e quindi è il più funzionale ai crimini della politica, almeno a quella italiana (ma non solo); ma se non vuole più farsi ricattare, quello finisce la sua carriera, e non gode più dell’impunità per le proprie malefatte. Insomma, tutta la classe dirigente politica è una grande associazione a delinquere. La denuncia di Cetto in parlamento è un momento alto: si rivendica la correità nel seno stesso dello stato, nessuno può dirsi pulito. Pure la critica di Frengo contro la Chiesa ha le sue fondamenta storiche. La caricatura del leghista è corretta, ancor di più  quando sciorina le quattro formule trite e, a ben vedere, nocive, dell’imprenditore: la sua passione per l’artificiale, il lavoro a oltranza, l’odio verso la natura e il riposo, che si respira quando presenta il plastico in parlamento, è notevole.

Albanese recita splendidamente. Bentivoglio non gli è da meno. Tutta la volgarità, rutilante e da ladri, non può affatto essere derubricata a fenomeno di costume, né a un carnascialismo inconsapevole: è infatti la norma del potere in Italia. Ma, si noti, non la norma esteriore: quella dev’essere rispettabile, se no si perdono i voti; si tratta della norma interiore, quella profonda, quella autentica, quella del ladro scaltro, che magari ha studiato per poter rubare indisturbato, e che ha bisogno di poveri fessi ignoranti come i tre personaggi di Albanese. Questi saranno bestiali, ma almeno sono coerenti con i quattro ideali sbagliati che hanno in testa: la classe dirigente italiana invece, con i fatti, sconfessa anche quei quattro ideali (non di più, a parlare secondo serietà) che ha in testa.

La legalità appare, in questo film, come il vero problema, in Italia. È qualcosa da distruggere. Comunque è qualcosa di facilmente aggirabile. E infatti è sempre stato aggirato con successo collaudato da destra, da centro e da centrosinistra.

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