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Spring Breakers - Una vacanza da sballo

Regia di Harmony Korine vedi scheda film

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La recensione su Spring Breakers - Una vacanza da sballo

di EightAndHalf
8 stelle

C'è un nuovo tipo di cinema in circolazione, il cinema 'di qualità' di oggi. Questo cinema propone senza compromessi realtà altre, ispirate al vero, e si cimenta in nuove esperienze visive, che colpiscono, giocano sul nulla, creano dal nulla, propugnano simboli e si lanciano a rotta di collo verso una nuova cultura dell'oggi. La modernità possiede un cinema di una nuova qualità, che rompe col classico, rifugge il tradizionale, è disattento, difettoso, incredibile. Estetica dell'osceno, nuove frontiere del kitsch, invenzioni mirabolanti, tanta voglia di nuovi irresistibili stimoli che prescindono dall'utilità e si fanno arte 'pura', si distaccano dai referenti reali, ricercano spaventose catarsi, esplodono come fulmini a ciel sereno in rabbie giovani e impazzite. Catturano lo sguardo dello spettatore medio, ribattezzano nuovi orizzonti della visione, stracciano stereotipi senza crearne nuovi. Inventano l'originale, inventano il nuovo, estremizzando i nostri Caos quotidiani, rendendoli incubi sessuomani di indicibile specie, interrompendo le nostre certezze, affibiando a qualcosa di nuovo l'accezione di 'normalità'. Cambiano, lasciando tutto com'è.
Spring Breakers è una visione adulta sulla modernità, giovanile, sporca, infetta da nuove moralità. Non c'è moralismo, entra in un mondo, ne prova le droghe, le rigetta, ma lascia la scelta. Non ci si può credere: dietro all'utilizzo delle ormai ex-dive di Disney Channel c'è un motivo, una ragione profonda, non di solo marketing, ma la adrenalica rappresentazione di un'Apocalisse. Korine dev'essere impazzito, ferma l'inquadratura per muoverla subito dopo, accelera immagini con musica romantica, violenta e stupra i sensi con un insidioso calcolo matematico, che vede la somma fra psichedelia cromatica di eccezionale eccentricità e nudità sporche di polvere bianca che si aggira nel bello dell'oggi. Ecco le prime immagini associabili alla nuova disco-music, ecco qual è la conseguenza universale del nulla dietro la modernità. Le illusioni giovanili ci sono sempre state, ma mai di questo genere. Non le batte nemmeno James Dean in Gioventù bruciata, nemmeno Juliette Lewis in Natural Born Killers. Non è questa una visione critica che avrà il suo ricambio nella prossima generazione, in cui i giovani oggi tanto criticati potranno criticare i loro figli, i nuovi giovani. Si è arrivati al punto di rottura, l'inquinamento di ragione e fede da parte di istinti logici e calcolati, alla luce di nuove aspirazioni libidinose e pateticamente sincere, che annullano l'identità provocando ALIENazione e sfigurano i volti con maschere dionisiache. Ostinazione nei confronti dei propri idoli, una selezione naturale che elimina dalle nuove richieste del presente una metà degli esseri umani (due delle quattro 'monelle' protagoniste) e invece ne sacrifica altre due. Che ci sarebbe stato un irrimediabile cupio dissolvi potevamo aspettarcelo, ma forse non con tanta freddezza, non con tale patos, come se Korine avesse visto il finale della zombiana Casa del diavolo e ne avesse assorbito la carica spiazzante e altamente eversiva. Abbiamo di fronte nuovi esseri umani: rispetto o rancore? La risposta è scettica, non c'è risoluzione, c'è chi si salverà, c'è che si darà all'oblio, e non se ne ricorderà nessuno, nell'immensa orgia di seni e didietro che ballano nelle spiagge di esotiche località (la prima scena arriva come un pugno in testa, e tramortisce). E' il punto di non ritorno dell'umanità, è il punto di non ritorno di un cinema che dimostra di avere sempre cose da dire sulle cose che sempre pensiamo di sapere.

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