Regia di Robert Lorenz vedi scheda film
Gus (Eastwood) è un vecchio talent scout del baseball sull'orlo della pensione forzata e con un problema agli occhi che gli impedisce di svolgere il suo lavoro come si deve. Sarà l'occasione per la figlia Mickey (Amy Adams), promettente avvocato, di riavvicinarsi al genitore e di recuperare un rapporto logoro con il padre.
Robert Lorenz, produttore ed aiuto regista storico di Eastwood passa per la prima volta dietro la macchina da presa e dirige questo "Trouble with the curve" (indifendibile il titolo italiano!), chissà quanto in autonomia, chissà quanto (tanto) influenzato dal vecchio Clint.
Poco importa perchè il film , al netto di alcune facilonerie, è molto riuscito.
Eastwood dà vita ad un personaggio pieno di rimorsi ed arrabbiato con se stesso prima che con la vita , molto simile al Walt Kowaski di "Gran Torino" e soprattuto al Earl Stone del recente "The Mule" . Un vecchio burbero incapace di comunicare i propri sentimenti e per questo emotivamente chiuso in un involucro di dolore e indifferenza. Amy Adams dà prova della sua maturità interpretando la figlia di costui, una ragazza che si è gettata anima e corpo nella carriera, sperando di cicatrizzare le ferite inflittegli dal genitore.
Causa ed effetto, vittime e carnefici, non c'è niente da fare, per Eastwood le dinamiche familiari sono sempre scandite da questi due opposti, che, fortunatamente, come spesso accade nei suoi film , trovano la forza oltre la tragedia necessaria per riappacificarsi, confermando così , al contrario di quanto possa sembrare, il suo ottimismo cosmico.
Il baseball, pur fungendo da cornice del quadro, è trattato con rispetto e pignoleria, riserva alcune chicche niente male per gli appassionati, ed un finale emozionante seppur prevedibile.
Sobrio, commovente, ironico, insomma in pieno stile Clint, il film scorre via che è un piacere ed anche l'intermezzo che vede protagonisti Johnny Flanagan (Justin Timberlake), ex talento scoperto proprio da Gus, e Mickey funziona.
Grande, vecchio, Clint.
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