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Emperor

Regia di Peter Webber vedi scheda film

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La recensione su Emperor

di millertropico
6 stelle

Un film che conferma i limiti (soprattuto di regia) di Peter Webber dopo il fortunato esordio (decisamente sopravvalutato) con "La ragazza con l'orecchino di perla" del 2003 e il successivo "Hannibal Lecter - Le origini del male" del 2007 che giustamente non ha incontrato lo stesso gradimento e suscitato più perplessità che approvazioni.
"Emperor", sua ultima fatica, è un titolo di ampio respiro nonostante che la produzione sia di quelle che di solito sono classificate come "low budget", con cui il regista britannico sceglie di concentrare il suo racconto sulla figura dell'imperatore giapponese Hirohito (e in particolare, sul peso politico che le sue devisioni ebbero nel corso della seconda guerrao mondiale). E' infatti una delle pagine più controverse di quel conflitto la cornice che fa da sfondo a una vicenda che si disperde poi in unaa sottotrama sentimentale (decisamente poco funzionale) che è la parte più debole e convenzionale della storia e quella che contribuisce  purtroppo a non far decollare il pathos emotivo necessario, che era poi probabilmente il compito prioritario che avrebbe dovuto svolgere nel creare quella speciale empatia con lo spettaore che invece latita mancando così il bersaglio..
Più interessante sul versante storico dunque, dove per lo meno ha il pregio di consentire a Webber di rispolverare gli archivi militari del periodo pere fornire un quadro attendibile dei fatti e di poter utilizzare come figura contrapposta del racconto, la figura di un eroe americano come il Generale Douglas MacArthur (interpretato da Tommy Lee Jones, di nuovo il migliore in campo). Come ben ricorderà chi mastica ancora qualcosa di quelle vicende ormai lontane, proprio al Generale MacArthur fu affidato dal Presidente Truman il compito di decidere - a guerra terminata - quali autorità giapponesi  dovessero essere incriminate. Con il governo di Washington ancora inferocito per l'attacco di Pearl Harbor, e il popolo giapponese che pur tramortito dalla tragedia dell'atomica si confermava ancora fedele a Hirohito, decidere sul destino  dell'imperatore fu per MacArthur una questione molto delicata che preferì non assumersi in prima persona. Passò infatti la palla al suo secondo, il generale Bonner Fellers, a cui furono concessi solo dieci giorni per fare un'indagine comportamentale sull'imperatore e decidere poi in conseguenza
Il film nasce dunque dall'onorevole intenzione di riportare alla luce una vicenda storica e politica poco nota, ma me sembra che l'obiettivo sia stato raggiunto solo in parte. Sviluppato in maniera molto lineare (più che "tradizionale", direi) attraverso una ricostruzione del clima (e della scenografia visiva) accuratamente attendibile di quegli anni, si perde poi  come ho già accennato, nel dedicare troppo spazio alla relazione sentimentale (non strettamente necessaria)  fra il generale Fellers (per altro interpretato dal poco convincente Matthew Fox arrivato alla ribata  non tanto per specifici meriti attoriali,  quanto per essere stato uno dei protagonisti  della serie tv cult "Lost") e una studentessa giapponese.
Corretta ma prevedibile pellicola insomma, che non va oltre la sufficienza.

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