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L'Anticristo

Regia di Alberto De Martino vedi scheda film

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Yayas82

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La recensione su L'Anticristo

di Yayas82
8 stelle

Gran bel film pieno di intuizioni, dialoghi profondi e bravi attori. Anche se in scia dell'Esorcista (e ruba una scena a Rosemary's Baby), il film risulta originale, attinge alle tradizioni più pittoresche del nostro cattolicesimo per creare l'atmosfera. Buchi di sceneggiatura e splatter non pervenuti...

 

A proposito di plagi, omaggi e ispiarzione

 

Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché quando un regista italiano decide di seguire un filone cinematografico nato negli USA, lo si addita sempre a tentativo di plagio. Se lo fa un regista di qualsiasi altra nazionalità invece è una "variazione sul tema", una reinterpretazione o, mal che vada, un film di genere.

Credo che gli italiani siano l'unico popolo al mondo razzista verso sè stesso....

 

C'è da dire che abbiamo una lunga tradizione di produzioni che cercano di sfruttare il successo di film americani, a volte addirittura spacciandosi per sequel (vedi Terminator 2 di Mattei o Alien 2: sulla Terra di Ippolito); ma si tratta per lo più di scelte di marketing che nulla hanno a che fare con l'originalità o la qualità dei film in questione. Ed è anche vero che molti di questi film sono prodotti poverissimi, tirati su alla bene e meglio... ma non tutti.

 

Questo è un film che non deve nulla a nessuno

 

A mio avviso L'Anticristo di De Martino non deve nulla a L'Esorcista, se non il sentito tributo che si deve al padre di un genere.

E De Martino fa proprio questo: tributa onore a un film che ha fatto nascere una nuova strada nell'immaginario collettivo e, in un certo senso, lo sfida con divertita compassione. Sì, perché alla fine dei conti che ne sanno gli americani di possessioni, tradizioni cattoliche ed esorcismo? Poco e nulla, sono solo dilettanti intraprendenti. Volete parlare di tradizioni sepolte che si intrecciano nel sottobosco di una cultura cattolica? Questo è terreno decisamente nostro.

 

De Martino lo mette in chiaro sin da subito, imprimendo su pellicola una crogiolo delle nostre superstizioni più folcloristiche.

Si avanza nella storia camminando tra riprese quasi documentaristiche e scenografie meravigliosamente costruite. Mi domando ancora se il corridoio della villa, con i busti di marmo che si sporgono a guardare, sia un luogo reale o costruido ad hoc per il film; sia quel che sia, è favoloso e il regista lo usa benissimo ricreando, con le giuste inquadrature e qualche effetto sonoro, un'atmosfera densa e inquietante.

 

Il film prosegue divertendosi molto con la sceneggiatura e strizzando spesso l'occhio allo spettatore in un continuo gioco tra sospensione dell'incredulità e pause di metacinema in cui la quarta parete, se non infranta, è un bel po' deformata.

 

Gli attori recitano bene, soprattutto la protagonista che si cala molto nella parte.

Notevolmente divertente, l'irriverente finale in cui il demone sbeffeggia, con la complicità della sceneggiatura, ogni tradizione: tanto quelle popolari nostrane, quanto quelle cinematografiche di genere.

 

In conclusione

In questo film di strizzatine d'occhio a vari caposaldi del genere horror (sovrannaturale anni '70) ce ne sono molte ma sono esattamente questo: omaggi. A onor del vero c'è una scena letteralmente scippata da Rosmary's Baby... ma se il regista si fosse chiamato John Doe la definiremmo citazione, ammettiamolo.

Il film si regge benissimo sulle sue gambe, intrattiene con sagacia e merita di essere riscoperto.

 

Difetti: In generale, al film imputo sicuramente il difetto di qualche faciloneria nella sceneggiatura che crea della comicità involontaria (per esempio il dialogo tra medico e padre in cui si ipotizzano problemi psicologici alla base degli strani comportamenti di Ippolita. Peccato che nella scena prima tra gli "strani comportamenti" c'era levitare a due metri di altezza facendo danzare i quadri della stanza...). La trama si perde qualche pezzo per strada lasciando alcune questioni aperte a favore di un lungo epilogo con inseguimento non del tutto riuscito.

 

Da vedere? Sicuramente sì! Quel malefico corridoio di Villa Oderisi è già parte indelebile del mio immaginario.

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