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Passion

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Passion

di ethan
8 stelle

Brian De Palma, a ben cinque anni di distanza da 'Redacted', con cui aveva meritatamente vinto il Leone d'Argento a Venezia nel 2007, torna al suo genere prediletto, il thriller di matrice hitchcockiana - per atmosfere e ironia feroce usate - nel quale può continuare la sua ricerca visiva, imperniata sul voyeurismo e contemporaneamente dar sfogo alle sue tipiche ossessioni tematiche, come l'omicidio, il doppio, la fallacità di quello che si vede, la manipolazione di immagini e personalità altrui.
'Passion' è costruito su una trama molto lineare, quasi un pretesto - parla di sfruttamento in ambito lavorativo tra persone con mansioni differenti e tutte le conseguenze che ne derivano, anche sulla sfera affettiva-sessuale - che serve all'autore per lavorare all'interno del genere e costruire ancora una volta un meccanismo pressoché perfetto che lascia stupefatti.
Il film è letteralmente diviso in due tra il prima e il dopo lo straordinario, 'caro e vecchio' split-screen - vero e proprio marchio di fabbrica depalmiano fin dai capolavori degli anni '70 - che spezza l'inquadratura in due parti, costringe lo spettatore a una soglia di attenzione massima per cercare di recepire correttamente tutti gli elementi mostrati che, più avanti, riveleranno una verità diametralmente opposta (forse) da quella che si era colta; perché con De Palma, quando in una sequenza si pensa di aver capito tutto, subito in quella successiva l'autore, con abilità e una sana cattiveria cinefila, scompagina le carte e fa ricominciare tutto daccapo.
Nella prima parte dell'opera assistiamo alle bassezze perpetrate dal capo Christine (Rachel McAdams in un riuscito ruolo da perfida come ai tempi di 'Mean Girls') alla sottoposta Isabelle (Noomi Rapace, lei non del tutto aderente al suo ruolo, in apparenza, di 'anello debole' della catena lavorativa), un po' per sadismo e un po' per ottenere vantaggi e benefici a suo favore, in una non specificata agenzia pubblicitaria tedesca.
In questo, che può essere definito il primo atto, De Palma moltiplica i punti di vista dell'immagine, ricorrendo a dispositivi come cellulari, computer, telecamere nascoste con i quali cattura le azioni dei protagonisti, che appaiono sempre spiati da un occhio che vigila su di loro.
Dopo il già citato split-screen in cui si verifica un efferato omicidio, abbiamo quindi l'ultimo atto del film, in cui una tipica fase da detection viene anche qui smontata e ricomposta più volte fino al finale, volutamente alle soglie dell'improbabile.
Criticato da molti per inverosimiglianza e superficialità - caratteristiche, specie la prima, che paiono immesse volontariamente nella narrazione - 'Passion' possiede un fascino ammaliante trasmesso con il ricorso a elementi puramente filmici come montaggio, posizione della cinepresa, composizione dell'inquadratura e uso della colonna sonora (del fidato Pino Donaggio).
Voto: 8. (visto in v.o.s.)

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