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Una folle passione

Regia di Susanne Bier vedi scheda film

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La recensione su Una folle passione

di Siaeman
4 stelle

Un film fuori tempo massimo. Mi sembra la frase più adatta per cominciare la recensione di UNA FOLLE PASSIONE.

 

Un melodramma che molto probabilmente negli anni '50 avrebbe fatto faville, magari diretto da un certo signore che si chiamava Douglas Sirk, regista tedesco che si specializzò nella regia di film del genere.

 

Questa pellicola risulta essere, oltre che tremendamente noiosa, molto fredda e non riesce ad appassionare lo spettatore.

 

Dietro la macchina da presa troviamo Susanne Bier che, dopo aver sbagliato tutto lo sbagliabile in uno dei film più insulsi e mediocri che io abbia mai visto ossia Love is all you need, ha la grande colpa di sprecare la coppia Bradley Cooper - Jennifer Lawrence.

 

Sembra quasi che la regista non creda affatto a quello che sta girando, anzi, sembra che cerchi di fare meno danni possibile e di portare casa la pagnotta in quello che appare come un compitino realizzato con il pilota automatico.

Non trasmette calore questo film, non ci sono momenti di pathos, i colpi di scena e le scene che dovrebbero tentare di commuovere lo spettatore non sono pervenute.

 

Dicevamo dello spreco di Bradley Cooper e Jennifer Lawrence.

Ebbene i nostri che fecero faville in Il lato positivo, pellicola che regalò alla bionda attrice la seconda nomination all'Oscar e la vittoria della prima statuetta della sua carriera, qui sembrano i lontani parenti del duo apprezzato ed adorato da milioni di spettattori in quel film.

Cooper ha sempre e solo un'espressione, la Lawrence neanche quella.

Anzi, sembra quasi che abbia il viso gonfio di botox e proprio per questo motivo l'espressività risulta come quella di Cher.

 

Non voglio assolutamente pensare che i due abbiano disimparato a recitare. Li aspettiamo con trepidazione nella prossima pellicola di Clint Eastwood (lui) e nel penultimo film della saga di Hunger Games (lei).

 

Arrivando a conclusione........due stelle per un film che si trascina stancamente per 110 minuti (e noi spettatori con lui) senza che la trama subisca un imprevisto cambio di direzione: quello che accade è facilmente intuibile.

Una cosa va però detta: se penso che il film doveva dirigerlo Darren Aronofsky, un regista a mio modesto modo di vedere sopravvalutatissimo (il suo Noah è osceno) ci è andata di lusso.

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