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Dead Man Down - Il sapore della vendetta

Regia di Niels Arden Oplev vedi scheda film

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La recensione su Dead Man Down - Il sapore della vendetta

di supadany
6 stelle

Prima trasferta americana per il regista Niels Arden Oplev che per l’occasione ritrova quella Noomi Rapace che aveva contribuito più di tutto il resto, a partire da lui stesso, alla riuscita di “Uomini che odiano le donne” (2009).

Non si lavora di fino ed affiorano diverse contraddizioni, o per lo meno aspetti discutibili, ma si registrano anche legami e volontà molto forti e determinanti al fine del soggetto.

Cerca vendetta Victor (Colin Farrell) e da tempo lavora tra le fila del boss Alphonse (Terrence Howard) proprio per poter un giorno colpire lui e tutti coloro che gli hanno ucciso moglie e figlia.

Ed un giorno conosce Beatrice (Noomi Rapace) anche lei desiderosa di vendicarsi verso colui che l’ha sfigurata.

Tra i due nasce un rapporto che va oltre le semplici direttive dell’amore, ma prima di tutto ci sono i frammenti dolorosi del passato da sistemare per sempre.

 

Noomi Rapace, Colin Farrell

Dead Man Down - Il sapore della vendetta (2013): Noomi Rapace, Colin Farrell

 

Thriller che funziona, ed anche molto bene, quando si concentra sulle sfera dell’animo con un legame che si instaura passo dopo passo tra Victor e Beatrice, a partire dal loro primo incontro che parrebbe poco più che fortuito ed invece nasconde subito una scottante richiesta.

Un rapporto in non facile costruzione, tra conti del passato da regolare, voglia di vendetta, ed uno sguardo che improvvisamente rivede un possibile futuro da tempo neppur più concepito da entrambi prima del loro incontro.

A fare da contraltare c’è invece un thriller formalmente più ordinario, per quanto piuttosto curato nella forma prevalentemente notturna o poco illuminata, che quando sul finale avrebbe sul piatto molteplici occasioni di svolta, sceglie una strada eccessivamente imperniata sullo spettacolo.

Questo senza dimenticarsi parecchi particolari quanto meno avventati; ad esempio è difficile credere che Victor possa avere una seconda vita nascosta in un momento così concitato per il suo capo, la scelta di Beatrice di non spedire una basta pare fin troppo avventata pur nel rispetto del suo obiettivo e la loro fuga in macchina dal primo agguato come minimo avrebbe dovuto generare sospetti tali da cambiare più di una dinamica successiva.

Interessante invece il cast per quanto poco omogeneo, a partire dalla strana coppia formata da Colin Farrell, con un personaggio tormentato (campi diversi, ma il ricordo va presto a “In Bruges” (2008)), e Noomi Rapace, sfigurata e rassegnata ma pronta a riaprirsi alla vita con energia interiore, mentre fa una certa impressione vedere Isabelle Huppert in un ruolo così bloccato in un angolo e Terrence Howard non riesce ad elevare sopra un livello standard la figura del boss.

Pellicola che quindi nel suo complesso non spicca affatto per intreccio e tensione, ma che può vantare un rapporto umano, con relativi caratteri ed obiettivi, con una marcia in più, in grado di rendere appetibile ciò che altrimenti scivolerebbe via senza colpo ferire (ad essere buoni).

Sbilanciato (tra spiccate qualità e salti nel buio).

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