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Post Tenebras Lux

Regia di Carlos Reygadas vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Post Tenebras Lux

di steno79
7 stelle

Di Reygadas avevo visto in precedenza “Luce silenziosa” che mi era piaciuto molto per l’intensità con cui affrontava le tematiche spirituali care al regista messicano e per la capacità di confrontarsi con grandi maestri del passato – in quel caso il Dreyer di “Ordet”, di cui veniva recuperata la famosa scena del miracolo e il messaggio sull’importanza della Fede. In “Post tenebras lux” le tematiche sono sempre le stesse, ma ci vengono presentate in una forma di cinema impressionista e avanguardistico che sicuramente ha come modello il Tarkovsky dello “Specchio”, a cui si sono ispirati nel frattempo molti registi, compreso il Malick di “Tree of life”. Tuttavia, quello che in Tarkovsky risultava geniale rielaborazione poetica del proprio vissuto, seppure in una forma molto ermetica, qui finisce per risultare ugualmente ammaliante, ma ormai segnato da un manierismo che non può non inficiarne i risultati espressivi (da questo punto di vista il paragone sarebbe più appropriato con qualche film minore del maestro sovietico come “Nostalghia”). Reygadas è un maestro dell’immagine e i suoi tableaux sono di una suggestione spesso incredibile grazie alla bellissima fotografia di Alexis Zabe, anche se non si capisce fino in fondo la scelta di girare il film con un obiettivo che crea una costante sfocatura sugli sfondi… Ma le perplessità maggiori restano nella sostanza, perché qui si va perfino oltre l’ermetismo, si arriva in alcuni frammenti dove lo spettatore deve dare un senso a scelte di regia perlomeno arbitrarie… Senza girarci troppo intorno: alla fine Juan è morto davvero oppure il fatto che Eleazar dica a Siete che il padre è morto fa parte di un qualche gioco infantile? E la scena del festeggiamento natalizio nella prima parte, in cui i figli sono cresciuti e Juan recita un passo di Tolstoj, è reale o solo un’immagine onirica? Fra l’altro, se Juan non fosse morto, come si giustificherebbe la cruenta autopunizione di Siete? La partita di rugby è un ricordo autobiografico del regista che viene ad appartenere anche al passato di Juan, ma messa in quel modo nel finale non so proprio cosa aggiunga o su che nota il regista decida di concludere il film. E poi la scena della sauna, al di là del farci sapere che Juan e Natalia sono una coppia dalla sessualità problematica, finisce per risultare una provocazione piuttosto gratuita come già sottolineato da altri. Insomma, i dubbi sono parecchi… forse non bisogna preoccuparsi di capire tutto, abbandonarsi ad una logica solo emozionale, ma anche in termini emotivi questo film non mi ha stregato (però la scena in cui Natalia canta la canzone di Neil Young è indubbiamente toccante). Reygadas gioca un po’ troppo a fare il primo della classe, omaggia Tarkovsky ma in questo caso ne smarrisce per strada il rigore compositivo. A Cannes è stato contestatissimo dal pubblico e dalla stampa ma ha vinto il premio per la migliore regia assegnato dalla giuria presieduta da Nanni Moretti. Mi auguro che il suo enorme talento formale possa essere messo al servizio di progetti meno esoterici e più coinvolgenti; fra l’altro, in Post tenebras Lux anche le scene familiari con i due bambini figli del regista appaiono dopo un po’ ripetitive…

Voto 7/10

 

scena

Post Tenebras Lux (2012): scena

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