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Per qualche dollaro in più

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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La recensione su Per qualche dollaro in più

di Furetto60
10 stelle

Western leggendario ed epico, perfetto in tutte le sue parti

Monco  giovane e audace pistolero e il colonnello Mortimer uomo maturo, che studia ed esegue le sue imprese con spietata e cinica freddezza e precisione,sono due cacciatori di taglie,decisamente agli antipodi, per carattere.A caccia  della stessa preda, un essere poco  umano, più vicino alla razza animale, malato, drogato e depravato, l'Indio messicano  a capo della banda di mentecatti,che lo aiuta ad evadere,è malvagio, anzi è l’incarnazione del male, privo di qualsiasi morale,capace di stuprare, assassinare la moglie e il bambino piccolo dell'uomo che lo ha tradito,fumare marijuana dopo aver ucciso, e tanto folle da decidere di  assaltare la banca più ricca e sicura d'America, a El Paso, su di lui  pende la taglia di ventimila dollari.I due bounty killer intenzionati a intascare il premio,si incrociano, quando si trovano entrambi sulle tracce del ricercato,ma dopo divertenti momenti di reciproca diffidenza e constatata, in un  duello tutt'altro che rusticano, l'identica abilità, sono due “numeri 1”, i due si accordano per l'impresa.Il Monco si infiltra tra i membri della banda ed il Colonnello agisce dall'esterno,ma le cose prendono un’altra piega, scoperti, devono agire frontalmente contro l'Indio ed i suoi compagni, che li fanno prigionieri e li pestano a sangue, tuttavia poseeduto da cieca avidità l'Indio, in combutta col fido el Niño e pensando  di riuscire a spartire l'intero bottino  solo tra loro due, commette l’errore di  liberare il monco e il colonnello, facendo ricadere la colpa della fuga su un componente della banda, mandando allo sbaraglio i suoi compagni, che vengono ben presto eliminati uno a uno, dai due killer precisi e dai nervi saldi, durante uno scontro a fuoco nel paese. I due pistoleri però, dopo aver fatto piazza pulita, alfine arrivano alla resa dei conti con l'Indio, in un mitico duello, accompagnato dalla dolce e sinistra melodia del carillon,sullo sfondo cerchi di pietre, a delimitare giochi di sguardi, mimica che parla e la voce delle pistole, in attesa che la musica finisca in una scena cult, che ha fatto la storia el cinema ed è leggenda imperitura.Clint Eastwood indossa lo stesso  poncho marrone,ha lo stesso cigarillo perennemente tra le labbra, stessa estetica disadorna e sorniona del primo film della trilogia del dollaro,con alcune eccezioni tutti i pistoleri, in particolare i membri della banda dell’Indio,hanno le stesse facce di quelli che erano morti in “Per un pugno di dollari”. Seguendo la logica fumettistica dei cartoni animati, dove personaggi fatti a pezzi, dilaniati o saltati in aria tornano subito dopo  perfettamente integri.Le cose morte essendo già morte, non possono morire un’altra volta. Il Monco e il colonnello Mortimer sono gli opposti che si  attraggono.Tra i due esiste un divario generazionale,che si riflette sul loro modo di agire. Mortimer è l’idealista che  agisce per uno scopo nobile  di vendetta personale, Il Monco è, l’ultimo uomo ma  della nuova  generazione di pistoleri, che opera unicamente per interesse. Il  regista parteggia apertamente  per il colonnello che addirittura, dopo aver ucciso l’Indio, rinuncia alle taglie accontentandosi della vendetta. l’Indio è un criminale paranoico, drogato  e probabilmente omosessuale.Ambiguo il suo rapporto con  il Nino, La sorella di Mortimer è soltanto un trauma che vive nel ricordo del colonnello e, stranamente dell’Indio.Quanto al duello finale, Clint Eastwood sembra assumere nuovamente la funzione di deus-ex-machina, intervenendo con il secondo carillon che salva Mortimer e condanna l’Indio,come in Per un pugno di dollari, anche qui mancano precisi riferimenti storici. Leone usa per la prima volta un espediente narrativo insolito in un western. Racconta la morte della sorella del colonnello in un flashback virato in rosso mostrato più volte, ogni volta con qualche particolare in aggiunta. La trovata maggiormente surreale e al contempo geniale, però, riguarda la musica: il suono del carillon che l’Indio aziona al momento dei duelli sfuma, per lasciare il posto a una chitarra, a un organo, a una tromba e all’orchestra, con una tecnica sofisticatissima, che serve a dilatare il tempo e a creare un’atmosfera che pervade l'intero schermo di grandissima suggestione.Il duello finale è un’anticipazione di quello a tre nel "Il buono, il brutto, il cattivo," con la differenza che qui Eastwood sta a guardare lasciando che siano gli altri due a battersi.Western leggendario ed epico, perfetto in tutte le sue parti e con un cast semplicemente grandioso.

 

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