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Per qualche dollaro in più

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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La recensione su Per qualche dollaro in più

di solerosso82
9 stelle

Una storia di vendetta personale, che vede il  cacciatore di taglie detto Il Monco (Eastwood) allearsi con un astutissimo bounty-killer, Douglas Mortimer (Lee Van Cleef), meglio noto come “Il Colonnello”, per fermare la banda di criminali guidata dallo psicopatico Indio (Volonté).

Il successo inaspettato di Per un pugno di dollari sul mercato internazionale spinse Leone ad abbandonare la casa di produzione romana Jolly Film, trovando nel produttore Aurelio Grimaldi un solido punto di riferimento per il finanziamento della nuova pellicola, alla cui produzione restò la tedesca Costantin.

Partendo da un soggetto firmato ancora da Fernando Di Leo e Duccio Tessari, Leone collaborò alla sceneggiatura con Luciano Vincenzoni e Sergio Donati. Fu Vincenzoni, vero e proprio duos-ex machina dell’operazione,  a coinvolgere l’americana United Artist per la distribuzione internazionale.

Torna dunque l’imperturbabile e cinico Eastwood, coperto dal poncho masticando l’immancabile sigaro, in un personaggio identico in tutto e per tutto a quello immortalato in Per un pugno di dollari, pur essendo questo film narrativamente slegato dai fatti raccontati in precedenza. Si potrebbe definire, utilizzando un termine oggi in voga, un “reboot”, anche per la riconferma di uno splendido Gian Maria Volonté, nei panni del folle Indio.

E’ il personaggio del Colonnello, però, l’aspetto più interessante. Lee Van Cleef, attore al lastrico dopo una lunga carriera costellata da ruoli secondari in classici quali Mezzogiorno di Fuoco e Sfida all’O.K. Corrall , accetta la parte del giustiziere impeccabile, cinematograficamente molto più classico e tradizionale del vagabondo solitario immortalato da Eastwood. Raffinato nelle sue vesti eleganti, nere come un romanzesco annunciatore di morte, con un kit di fucili funzionali come la tradizionale falce da “oscura mietitrice”. Un volto sempre freddo, apparentemente privo di empatia ed emozioni, capace di congelarti con una sola occhiata, imperturbabile e solenne, contrappunto perfetto allo schizoide Indio di Volonté.

Eastwood è assolutamente privo di background, come un fantasma senza passato, a differenza del Colonnello e dell'Indio, i cui retroscena emergono in flashback dagli effetti psichedelici, perfettamente in linea con lo stile visivo dei coevi horror baviani.

Gli ingredienti restano gli stessi. Freak assassini e violenti (tra i quali, Luigi Pistilli, un folle Klaus Kinsky e il gigante “El Nino” con le fattezze dell’immancabile caratterista Mario Braga), affascinanti non-luoghi al confine tra Messico e Texas dai nomi altisonanti, quali Agua Caliente, punto di fuga di malavitosi e furfanti, decontestualizzati  ancora storicamente e geograficamente nelle valli andaluse di Almeria e Capo de Gada (Spagna), umorismo grottesco e caricaturale, dialoghi hard-boiled e protagonisti immancabilmente badass.

Il budget più alto a disposizione (compare anche un treno a vapore) si denota nella migliore qualità della pellicola e in una regia decisamente meno grezza, tesa a spettacolarizzare la dimensione epico-tragica della sfida tra l’Indio e il Colonnello, immersa in una dimensione ancora più surreale, enfatizzata dalla splendida colonna sonora di Ennio Morricone, in una sinfonia perfetta di musica e regia.

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