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Miele

Regia di Valeria Golino vedi scheda film

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La recensione su Miele

di pgm
7 stelle

L'esordio alla regia di Valeria Golino non è dirompente, ma assai apprezzabile. D'altronde, la serietà, l'attualità, la spinosità dell'argomento trattato - l'eutanasia - si presterebbe a un vasto precipizio, qualora il senso della misura e la voglia di strafare e centrare il bersaglio al primo colpo si scontrassero furiosamente e il primo soccombesse . Per fortuna, nostra e della regista, il film si mantiene in equilibrio, sorretto da buone e convincenti interpretazioni così come dal pregevole accorgimento, oramai divenuti sporadico, di non mostrare in alcun caso la morte, benché essa, a conti fatti, sia il convitato di pietra preposto a pervadere la storia dall'inizio alla fine, e non cedendo, perciò, a una certa morbosità, a un voyeurismo inopportuno e inappropriato.

Miele è il racconto di una lotta continua tra la morte e la vita o, meglio, tra l'illusione che l'immagine dell'una e dell'altra genera nei protagonisti. Se gli ammalati (non moribondi, sia chiaro) ricercano e trovano un beffardo spiraglio nel macabro servizio offerto da Irene, ella, nello sport, nella musica, negli incontri privi d'amore con gli uomini, ricerca la vita, la negazione di un "mestiere" scomodo, tenta di celare e obnubilare gli inevitabili macigni sulla coscienza che esso comporta. Tutto, però, sfocia nell'illusione, nell'ineluttabilità di quelle morti per le quali non si sente o non vuole sentirsi responsabile, rappresentate e sintetizzate, suo malgrado, dall'ingegnere dalla salute di ferro, un cinico eppure lucidissimo depresso, pronto ad aprirle nuove strade forse impensabili o semplicemente dimenticate.

Miele appassiona e non prende posizioni, pone e si pone elle domande cui, probabilmente, non sa o non vuole rispondere perché, forse, una risposta certa in realtà non esiste, così come non esiste una verità assoluta, ma soltanto punti di vista.

Ottimo è l'uso della colonna sonora e, francamente, leggermente stucchevole l'ultimissima scena, peraltro ben prevedibile sin da metà film. Piccolezze.

Promosso.

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