Regia di Valeria Golino vedi scheda film
Un’idea buona sulla carta e sviluppata dalla Golino con la giusta misura, visto che il tema portava facilmente a scivolare nel pietismo e ad un moralismo di facciata, con una valida Jasmine Trinca che però dovrebbe forse rendersi più “comprensibile” quando parla visto che, di 10 parole, se ne capiscono non più di 4-5. Unica pecca del film sta nel voler a tutti i costi inseguire un ripensamento morale che appare poco credibile davanti ad un determinato Carlo Cecchi che di vivere proprio non ne vuol sapere a dispetto di una salute di ferro, e la cui presunta “facilitatrice” diventa quasi una stalker dedita a fargli scoprire gioie e patemi del vivere quotidiano. Ed anche la lacrimuccia davanti al ragazzo disabile pronto a morire forse non rende giustizia ad un personaggio che, a mio modesto parere, era più credibile nella freddezza di tutta la prima parte. Comunque nell’insieme un film che rimane apprezzabile, un esordio cinematografico su un argomento di per sé difficile che la Golino affronta con buona capacità narrativa.
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