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Thermae Romae

Regia di Hideki Takeuchi vedi scheda film

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La recensione su Thermae Romae

di champagne1
7 stelle

A corto di idee e in declino tra gli architetti della Roma imperiale nel 128 d.C., Lucius Modestus ritrova nuova fama dopo aver avuto la visione di manufatti e dispositivi sconosciuti prodotti da un popolo barbaro dagli occhi obliqui e averli inseriti fra le sue opere.

Sarà pertanto convocato dall'Imperatore Adriano per costruire le sue terme private: ma riuscirà ad essere all'altezza del compito a lui assegnato?

 

Agli occhi dello spettatore nostrano, questa riproposizione della vita dell'antica Roma e dei suoi abitanti fatta da Hideki Takeuchi, che usa attori giapponesi nei ruoli da protagonisti è abbastanza spiazzante. Come anche spiazzante è l'idea che la cultura latina abbia in un certo modo un qualche trait-d'union con la grande stagione lirica di Puccini e Verdi, le cui arie fanno da sottolineatura agli eventi più epici della storia: ma in fondo è probabile che dal lontano Giappone riescano a percepire senza problemi la continuità storica e culturale di tutta la condizione Europea.

 

 

La trama è tanto surreale da risultare geniale: un antico Romano viaggia nel tempo e viene a conoscere aspetti della vita domestica del moderno Giappone e qui scocca la scintilla comica: da un lato egli interpreta i manufatti con gli occhi di uno della sua epoca (per esempio, guardando i bagni dove ci sono i getti d'acqua per la pulizia intima e una musichetta di sottofondo per rilassare gli animi, immagina che dietro il muro vi sia uno stuolo di schiavi che da un aprte permette all'acqua di arrivare a destinazione, dall'altro suona gli strumenti che generano le melodie musicali), dall'altro cerca di riprodurre una tecnologia più avanzata con i mezzi a disposizione nella Roma imperiale (fantastica la realizzazione della vasca di idromassaggio).

 

 

Questi accostamenti forzati, pur nella loro apparente sconclusionatezza, conquistano lo spettatore, riproponendogli anche l'antico dubbio: l'Imperatore Adriano sarebbe stato ricordato come un magnanimo filosofo se il suo successore non fosse stato il generale Antonino?

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