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Oblivion

Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film

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La recensione su Oblivion

di supadany
9 stelle

Già col suo esordio al cinema (“Tron : legacy”, 2010), Joseph Kosinski aveva dimostrato di possedere un talento da visualizzatore al di sopra, e non di poco, della media (non per niente è specializzato in grafica e proprio per questa sua attitudine era stato notato da David Fincher), ma con “Oblivion” compie un altro (definitivo?) passo in avanti col merito aggiunto che il film prende corpo dall’omonima graphic novel da lui stesso concepita.

Nel 2077 la Terra è ormai una landa desolata dopo una lunga guerra contro gli alieni; Jack Harper (Tom Cruise), assieme alla compagna/collega Victoria Olsen (Andrea Riseborough), ha il compito di controllare i droni che a loro volta sorvegliano le strutture che estrapolano l’acqua come fonte di energia.

La sua memoria è stata cancellata per motivi di sicurezza, ma qualcosa gli è rimasto e quando ritrova Julia (Olga Kurylenko) scopre che le cose stanno in modo totalmente diverso da quello che da sempre ha creduto.

 

scena

Oblivion (2013): scena

 

Il primo particolare che salta all’occhio è il look futuristico e post-apocalittico, una sorta di “splendida desolazione” (rifacendomi alle parole dette dal regista nel “making of” che trovo perfette), frutto di un certosino lavoro che prendendo linfa dalle tavole grafiche (stupende e mostrate in buona quantità negli extra del bluray) ha spremuto un alto budget (anche se per quel che si vede 120 milioni di dollari non sono nemmeno troppi), producendo spazi chiusi (la “casa” dei protagonisti), ed oggettistica (la Bubbleship, ma anche i droni) di grande fascino e sfruttando al massimo ciò che il nostro pianeta offre di meraviglioso, come i territori islandesi, così distanti dalle abitudini di ottica dell’uomo civilizzato.

Poi viene la storia che c’è e pure ricca di sviluppi, che certamente appare in più casi quanto meno “spericolata” ( un po’ “faticosa”, ma poi genera excursus improbabili come quello di Jack in un angolo naturale che però rendono parecchio) ed in più richiama più particolari da altri “filmoni”, così ci si ritrova un po’ di “Moon” (l’essenza di Jack), qualcosa di “Matrix” (il personaggio di Morgan Freeman ricorda Morpheus e non certo per il colore della pelle), riprese di inseguimenti in volo a la “Star wars” (ma da questo film sequenze del genere non ricordo di averle più viste, almeno non realizzate così bene) in un mix di grande spettacolo che non si dimentica affatto della trama, che sarà rivedibile, a partire dal finale che lascia più di un dubbio (si può amare un clone che non ha memoria completa di quanto vissuto?), ma almeno non rimanda, almeno non obbligatoriamente, ad un sequel (cosa assai rara ormai), ma possiede coraggio ed idee.

In un film che funziona, fanno bella figura gli attori; Tom Cruise oltre a confermarsi “man in action” capace (gli stunt li lascia agli altri, tranne il duello contro “se stesso” ovviamente) riesce anche a comunicare i tanti dubbi e la volontà di un eroe d’altri tempi, mentre se Morgan Freeman e Olga Kurylenko non hanno l’occasione di sfondare (ma Olga è senza dubbio una bellezza in grado di risvegliare la memoria), pur comportandosi più che dignitosamente, Andrea Riseborough conferma ancora una volta di essere un’attrice notevole, vedasi l’inflessibilità del suo personaggio, mista a tristezza quando questa occorre.

Oblivion” è dunque un grande film di intrattenimento, rafforzato da una veste estetica da far invidia, con una storia forse troppo ambiziosa, ma che pone interrogativi molteplici, e dotata di un’indubbia attrattiva (a partire dalla realtà rovesciata) che si amplifica lungo il suo progredire.

Ad un passo dall’essere un “colpo al cuore”.

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