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Nella casa

Regia di François Ozon vedi scheda film

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La recensione su Nella casa

di Kurtisonic
6 stelle

Con Nella casa si potrebbe sfiorare il cortocircuito, se non ci fosse un abile tessitore come Ozon che mette a confronto le immagini con un testo non solo creato per il film, ma che da dentro la vicenda la sviluppa dichiaratamente sotto forma di testo letterario. Il dotato studente Claude descrive in un tema il suo tentativo di intrusione nel quotidiano di un compagno Rapha, di estrazione più borghese, attratto nella sua prima visita nella casa dal profumo che emana la noia della madre di Rapha, Esther, e concludendo il compito con l’indicazione “continua…” L'insegnante Germain anziché bloccare sul nascere questa iniziativa prova curiosità e ammirazione assecondando il desiderio di Claude di dare un seguito al suo racconto. Ozon teorizza un immagine che non esisterebbe senza un testo ed un pensiero ad esso collegato, e per realizzarlo sovrappone linguaggio letterario a quello cinematografico, l’intervento dell'autore  diventa il portavoce della sua stessa creazione, la parola inventata  dirige l'immagine che già e' finzione di suo, in una vorticosa e ridondante circolarità che porta ad una continua ridefinizione visiva divisa fra realtà rappresentata e l'artificioso meccanismo che la determina. Ozon fa muovere il suo pensiero sullo stesso asse di quello dell'insegnante che a sua volta ottiene da Claude il proseguimento scritto  in una misura non più esattamente verificabile se vissuta o meno da lui stesso, del racconto di vita. Tanti sono gli elementi messi in gioco dal regista, il voyerismo di Germain condiviso con la moglie sembra compensare le sue mancate aspirazioni, la genesi dello scrittore come creatore assoluto del materiale artistico, la dipendenza del cinema stesso che senza un riferimento culturale più alto perde ogni possibile verità. Sempre alla ricerca di una sua identità più specifica, Ozon attenua progressivamente le componenti più drammatiche in favore di toni platealmente teatrali e vicini alla commedia (ma niente a che vedere con la recente invasione della sit-com degli amici, degli emotivi, delle cenette intime, etc, che con le loro storie “carine” hanno riempito le sale) . Il regista rappresenta la figura maschile alla disperata ricerca di una sua espressione creativa, a secondo del suo livello culturale ma che possa essere una via di uscita da esistenze segnate di grigio senza troppo discostarsi dalla propria comoda natura di genere. Gli contrappone come in tutti i suoi film la figura della donna, profondamente insoddisfatta e propensa ad evadere dalla propria routine sovvertendo le convenzioni e le abitudini. In un gioco a specchi che coinvolge tutti i protagonisti, la narrazione avanza come sfogliando le pagine di un libro, alternando momenti di passione ad altri di pausa e di minore presa. Se ci sono delle analogie con il Teorema pasoliniano sono del tutto legate ad una parziale ricostruzione scenografica ma per quello che riguarda la profondità e le implicazioni del testo sia scritto che quello visivo, la distanza è siderale, la feroce critica di classe e la carica sessuale implosiva sono del tutto assenti. Il dramma è rimosso, Nella casa è un film che piace e diverte ma può anche dare la sensazione che potrebbe durare all’infinito senza portare conseguenze al di fuori del suo dibattito interno. Della serie punge ma non fa male. 

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