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Maniac

Regia di Franck Khalfoun vedi scheda film

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La recensione su Maniac

di supadany
6 stelle

In tempi di proliferazione (incontrollata) di remake si è sempre più spesso preparati al peggio, tanto più quando si va a toccare un titolo spartiacque quale fu “Maniac” (1980) di William Lustig qui nelle vesti di coproduttore.

In questo caso, pur rimanendo nel territorio del discutibile (con nette divisioni tra “pro” e “contro”), si sono intraprese parecchie scelte che forniscono alla pellicola (almeno) qualche ragion d’essere.

A seguito di traumi infantili, Frank (Elijah Wood) si è trasformato in un killer seriale che adesca le sue vittime per poi prelevare loro gli scalpi da mettere sulle teste dei menichini che possiede tra casa e negozio.

Poi casualmente conosce Anna (Nora Arnezeder) e qualcosa sembra poter cambiare in lui, ma di fronte alle difficoltà del rapporto le sue ossessioni tornano a farsi dominanti. 

 

Jan Broberg Felt, Elijah Wood

Maniac (2012): Jan Broberg Felt, Elijah Wood

 

Da una sceneggiatura scritta (anche) da Alexander Aja, Franck Khalouf dirige un film in maniera indubbiamente scaltra (capace? Furbo? Fate voi) con una discreta commistione tra il dover non scontentare i seguaci dell’originale e la necessità di trovare comunque qualcosa di differente da mettere sul piatto della bilancia.

Così, se la trama è abbastanza fedele, è il resto a mutare a partire dalla scelta caratterizzante della visione in soggettiva che diventa la carta vincente con la larga presenza di corpi riflettenti per integrare al meglio le riprese.

E la presenza dell’ex “FrodoElijah Wood, sideralmente distante da Joe Spinell (protagonista dell’originale) è disturbante anche solo per l’immaginario che si è costruito con un personaggio famosissimo alle spalle, ma poi la figura che interpreta trova sue specifiche connotazioni nell’impossibilità di avere un rapporto “normale” con le donne per colpa di un passato opprimente il che lo rende debole oltre che efferato, con quella violenza incontrollabile e sempre pronta ad esplodere che non lascia mai tranquilli.

A fare da contraltare ecco poi la candida bellezza di Nora Arnezeder che rispetto a tante figure femminili in pericolo possiede sicuramente qualcosa in più.

Così, pur non sprizzando originalità da tutti i pori, il che non è ascrivibile esclusivamente alla sua natura di remake, questo “Maniac” funziona quanto basta, con una parte finale in “levare” ed uno stile che comunque colpisce la carne viva.

Dignitoso.

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