Regia di Alain Resnais vedi scheda film
In una lussuosa villa di campagna frequentata da esponenti dell’alta società, un uomo insiste nel dire a una donna di averla conosciuta l’anno prima, lì a Marienbad, e di aver progettato di fuggire con lei. Lei nega tutto, mentre i ricordi cominciano a confondersi e a ingarbugliarsi anche nella mente di lui. Lo spettatore non sa cosa pensare di questo presunto incontro: quelle a cui assiste sono rievocazioni in flashback o scene oniriche? e chi sono i personaggi, perché si trovano lì? può darsi che siano ospiti di una clinica per malati mentali? Il fantasma di un amour fou fa capolino tra le forme incartapecorite di una società in via di disfacimento, dove tutti si muovono in stato catatonico e intrecciano dialoghi di inarrivabile futilità; si respira un’atmosferà un po’ alla Buñuel (che forse vorrà alludere, facendo recitare Delphine Seyrig in Il fascino discreto della borghesia), un po’ alla Greenaway. La sceneggiatura è di Robbe-Grillet, quindi si sa cosa ci si deve aspettare: dialoghi ostici, di non facile presa. Il film ha una grande eleganza visiva; però non mi sentirei di consigliarlo a chi non ha visto nulla di Resnais, perché rischierebbe di allontanarlo dalla visione di altre sue opere più meritevoli. Comunque si possono sempre sfidare gli amici al giochino di carte, e batterli regolarmente (almeno finché non scoprono il trucco).
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