Regia di Ron Howard vedi scheda film
Grandissima opera, probabilmente la migliore mai realizzata da Ron Howard che, restandosene alla larga dalla digitalizzazione estrema del cinema d'azione contemporaneo, riesce nell'impresa di trasportare lo spettatore in quel verace (e suicida) mondo dei motori ormai scomparso.
Attendevo questo “Rush” da settimane e finalmente ieri sera ho avuto modo di vederlo. E sono uscito dal cinema portandomi a casa, nel cuore, l'eco di un'opera grande ed emozionante, cosa che mi accade sempre più di rado. Premetto di a) non aver vissuto in prima persona gli anni '70, e b) non amare particolarmente auto e relative corse. Da bambino sì guardavo in TV i Grand Prix, erano gli anni di Senna, Prost, Mansell, Piquet, ecc. e facevo pure un gran tifo per la Ferrari, ma sono anni che non li seguo più, trovando quelli odierni davvero noiosi. E vedere “Rush” ha provocato in me due emozioni di tipo ben distinto: la prima è la nostalgia per un passato mitico e avventuroso che mai più tornerà, dove i piloti erano cowboys pronti a sfidarsi a duelli all'ultimo sangue e i destrieri erano sì macchine, ma non perfette come quelle super-tecnologiche in uso oggi. La seconda è invece di senso opposto, di puro piacere e gratitudine verso un'arte, quella della celluloide, che seppur in crisi è ancora capace di (ri)creare sogni, di (ri)costruire una realtà che non c'è più e di, durante due ore, trasportarvici lo spettatore anima e core. Un filmone sotto tutti i punti di vista. Un capolavoro impagabile e mille sentite benedizioni al signor Ron Howard, di cui questo “Rush” rappresenta secondo me il punto acme di una brillante carriera.
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