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La regola del silenzio - The Company You Keep

Regia di Robert Redford vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La regola del silenzio - The Company You Keep

di tafo
6 stelle

Etica collettiva o colpe private?

Un film quadrato compatto e impegnato come ci si poteva aspettare dal suo regista-attore molto anni settanta nel contenuto e molto verboso nella forma. “ Abbiamo sbagliato ma avevamo ragione” questa è la sintesi perfetta di un film dove le idee erano di gruppo ma i fatti devono essere riconosciuti solo agli autori materiali. Ogni terrorista ha condiviso quelle azioni ma la responsabilità è personale e può essere solo autodenunciata. Nessuno deve tradire un compagno perché nessuno deve pentirsi veramente ma i colpevoli devono provare o riuscire a costituirsi anche quarant’anni dopo per quello che hanno fatto. Molti di loro hanno cercato di cancellare il passato con nuove identità e normali famiglie americane e sono diventati più borghesi degli altri nel mettere i figli prima di tutto. Ma il passato ritorna grazie alla tenacia di un giornalista locale che vuole capire come ragionano queste persone e come erano quegli anni difficili tra disordine civile e guerra in Vietnam. Quando il nostro viene scoperto comincia la sua fuga per ritrovare i vecchi compagni per arrivare a rincontrare la vera colpevole di quella tragica rapina in banca e dell’omicidio della guardia, quella compagna che è rimasta dura e pura senza legami presenti ma che nella sua vita passata ha amato l’uomo con cui ha condiviso una figlia oltre alle idee radicali. Opera ambiziosa ma fatta dal regista giusto con una confezione patinata ma efficace nel far arrivare il messaggio. La descrizione di quegli anni manca è molto sbrigativa cosi come l’idea di giustizia del film mi lascia qualche dubbio e una certezza che in Italia film cosi non si possono nemmeno pensare. Opera pragmatica e autocritica poco nostalgica e molto responsabile. 

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