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La regola del silenzio - The Company You Keep

Regia di Robert Redford vedi scheda film

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La recensione su La regola del silenzio - The Company You Keep

di chinaski
8 stelle

L’eco di una risata sulle sponde di una palude. Una casa piena di ricordi. I volti invecchiati degli amici di un tempo, dei compagni di lotta. Gli antichi ideali, il peso degli anni, nuove vite e nuove identità. Nei seventies i Weatherman Underground entrarono in clandestinità, piazzarono bombe in edifici governativi, l’idea era semplice, se non si riusciva a fermare la guerra in Vietnam avrebbero portato loro la guerra negli Stati Uniti.

Sharon Solarz (Susan Sarandon) viene arrestata dopo quasi trenta anni e il suo arresto, a causa dell’interesse di un giornalista, Ben Shepard (Shia LaBeouf), porta anche alla scoperta della vera identità di Jim Grant (Robert Redford), anche lui ex-membro del gruppo, che sarà costretto a fuggire dalla sua casa insieme alla figlia, alla ricerca di chi possa scagionarlo dalle accuse che gli sono state fatte e per cui è ricercato.

Redford costruisce un plot ricco di sottotesti: sentimentali, politici, sociali, il film di inchiesta si alterna all’azione, i personaggi diventano tasselli di una storia americana troppo spesso taciuta o tenuta nell’ombra, raccontata, però, in un’altra meravigliosa opera letteraria, Pastorale americana, di Philip Roth, dove un padre, esattamente come Jim Grant, vede la sua vita disintegrarsi nel momento in cui scompare la figlia, completamente assorbita dagli ideali rivoluzionari dei Weatherman Underground e The company you keep sembra proprio un tentativo di scongiurare quella tragedia, con Jim che si mette in movimento, prima di tutto, per non perdere sua figlia.

Da una parte chi ha combattuto negli anni settanta per un ideale chi dall’altra, in uno scenario mondiale e sociopolitico completamente mutato nelle sue forme ma non nella sua brutalità, inizia a fare i conti con l’etica del proprio mestiere, quello del giornalista, su come il desiderio di raccontare la verità si scontri con i molteplici punti di vista che costruiscono quella stessa verità e su come la vita reale delle persone valga di più di qualsiasi tentativo di trovare fili logici alla caotica irruenza dell’esistenza.

Redford si immerge nel passato recente del suo Paese per ritrovarne il respiro, la spinta vitale al cambiamento, l’utopia come motore dell’azione e della lotta e il fascino del suo personaggio è in questa giovinezza spirituale che trascende il decadimento della carne, lo spirito impugna ancora le sue armi, non più pistole caricate, ma l’incondizionato amore per una figlia. 

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