Regia di Shari Springer Berman, Robert Pulcini vedi scheda film
Shari Springer Berman e Robert Pulcini lavorano insieme da sempre. Prima nel mondo del documentario e poi nella finzione, in cui hanno esordito nel 2003 con l'acclamato "American Splendor", per cui hanno anche ricevuto una nomination all'Oscar.
Da allora film con alti e bassi ("Il diario di una tata", "Un perfetto gentiluomo" e il televisivo "Cinema Verité"), fino a "Imogene", scritto per loro dalla semi-esordiente Michelle Morgan.
Imogene (Kristen Wiig) è una mancata (per poca convinzione nei suoi mezzi) drammaturga, che viene lasciata dal fidanzato e cerca di riconquistarlo inscenando un finto suicidio. Lui neanche si presenta, e lei viene ricoverata e affidata d'ufficio - per 72 ore - alla madre (Annette Bening), con cui da anni ha interrotto i rapporti.
Nella casa dove è cresciuta ritrova l'ingenuo ma tenero fratello (Christopher Fitzgerald), il neo-fidanzato della madre, un misterioso quanto poco credibile agente CIA in incognito (Matt Dillon) e un nuovo inquilino a cui è stata affittata la sua vecchia stanza (poster d'annata compresi!), interpretato da Darren Criss, amatissimo dal pubblico per la sua presenza nel cast di "Glee".
Il ritorno all'infanzia sarà traumatico ma anche (il plot è prevedibile in tal senso) decisivo per ritrovare fiducia nel futuro. Sviluppo classico ma dinamiche convincenti, con un cast ben amalgamato e una coppia di co-protagoniste (Wiig e Bening) in grandissima forma e con un'ottima alchimia.
Dillon è volutamente sopra le righe, Criss semplicemente bello (e canterino, te pareva...), Fitzgerald delicato col suo guscio protettivo. Nel cast anche la snob amica-nemica di Imogene, interpretata con la giusta antipatia da June Diane Raphael, e Natasha Lyonne ("American Pie") nel ruolo di Allyson.
(http://newamericancomedy.blogspot.it/2012/12/imogene-2012-di-shari-springer-berman-e.html)
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