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Viva l'Italia

Regia di Massimiliano Bruno vedi scheda film

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La recensione su Viva l'Italia

di scandoniano
6 stelle

Il parlamentare Michele Spagnolo, in seguito ad un malore, contrae una malattia che lo costringe a dire per forza la verità. Con tutti i segreti sulla politica e sugli affari nazionali, potrebbe diventare pericoloso per il partito; essendo dunque “trombabile”, i figli, che fino ad allora hanno usufruito della parentela di prestigio per raggiungere posti di privilegio, provano a farlo rinsavire in segreto. Tuttavia Michele non è facile da arginare, tanto che presto le magagne vengono a galla, con le conseguenze immaginabili… Massimiliano Bruno, come nel suo film d’esordio, usa un cast rigorosamente (o quasi) capitolino per narrare ancora una volta una storia tipica dell’Italia dei nostri tempi. Stavolta se la prende con la politica, ma ancor più con la codardia della gente italica, accusata di essere inerte, nonché incapace di esercitare il proprio diritto di voto. Il cast è notevole e ben amalgamato, capitanato da un Michele Placido perfettamente calato nel ruolo, tanto che il film nel complesso risulta molto credibile, nonostante le vagonate di populismo di cui è infarcita tutta l’operazione. Si ride per lunghi tratti, e c’è anche qualche sincero momento di riflessione. Ma nonostante i personaggi sparino in faccia senza mezzi termini alcune indubbie verità su un’Italia ai minimi storici, la commedia non appare mai davvero caustica, forse a causa del fatto che proprio sul più bello essa abbandona lo stile canzonatorio e beffardo adoperato in precedenza, finendo per conformarsi a tante altre commedie convenzionali in circolazione. Forse per mancanza di coraggio, forse per incoerenza, gli autori di “Viva l’Italia” non portano a compimento un’opera dai presupposti interessanti, scadendo in un finale conformista che rende il film quasi assimilabile ai cosiddetti cinepanettoni, con cui condivide tra l’altro un linguaggio da caserma (specie nella prima parte). Meglio di De Sica e compagnia, vero, ma probabilmente anche intellettualmente meno onesto.

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