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Zero Dark Thirty

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su Zero Dark Thirty

di munnyedwards
8 stelle

La Storia insegue se stessa come un cane che si morde la coda, la guerra al terrorismo islamico, i tragici eventi che hanno segnato profondamente (e continuano a farlo) la nostra esistenza, l’attualità instabile e folle del nostro tempo, tutto viene assimilato in tempi record e subito riproposto in opere di finction, pellicole più o meno fedeli, più o meno riuscite, più o meno oggettivamente corrette e rispettose dei fatti.

Affrontare film di questo genere mi crea sempre un pò di disagio, constatare come gli orrori contemporanei siano con velocità impressionante già mutati in spettacolo, realtà e finzione che si fondono in un unico corpo, a volte non c’è neanche il tempo di comprendere certi eventi che già sono diventati libere interpretazioni, film dall'inevitabile grande impatto emotivo, opere tuttavia non facili da giudicare.

L’11 Settembre 2001 ha stravolto il nostro mondo e nel corso degli anni sono state prodotte diverse pellicole che ne hanno riproposto i drammatici eventi, United 93 di Greengrass è un film coraggioso e decisamente riuscito, World Trade Center di Stone me lo ricordo decisamente più traballante ma comunque compatto nella sua facile retorica e infine 11 Settembre 2001 il docu-dramma ad episodi diretto da vari registi (Gitai, Inàrritu, Penn, Loach), qualità altalenante ma opera intimista, sofferta e a tratti commovente, ora arriva la Bigelow con il suo Zero Dark Thirty.

 

locandina

Zero Dark Thirty (2012): locandina

 

Inevitabilmente non si può che partire dal quel maledetto giorno, lo schermo è nero e ascoltiamo le voci di un mondo sconvolto, terrorizzato, sconfitto dall’irreale che diventa reale, tangibile segnale di morte e distruzione, frammenti vocali di un collasso che non concede appigli alla ragione.

Il dopo è un viaggio oscuro dove tutto perde e acquista significato a secondo dei punti di vista, la caccia spietata, le bugie di Stato, le torture (Guantanamo, Abu Grahib), le ossessioni e gli incubi di uomini e donne che cercano fantasmi trasformati in carte da gioco, è una interminabile e sporca partita a poker, in attesa di svelare la carta più importante, l’unica in grado di far saltare il banco, il jolly Osama bin Laden.

L’uomo che ha riscritto la storia, l’uomo con una taglia da 25 milioni di dollari che l’intelligence americana ha braccato per 10 anni (tre mandati presidenziali), l'uomo che infine viene rintracciato in un casolare isolato di Abbottabad in Pakistan, una specie di castello medievale, nascosto in piena luce a pochi passi dalla città, altro che sperdute grotte afghane.

La casa viene presa d’assalto la notte del 1 Maggio 2011 dalle forze speciali americane, un'azione temeraria che porta alla morte del Re del terrore e all’utopica chiusura di un incubo che invece, scopriremo, era solo agli inizi.

Il film delle Bigelow si concentra su questo evento, come a voler chiudere, anche nell’irrilevante dimensione della finction, questo primo devastante atto di terrore puro (ne seguiranno altri, ora lo sappiamo), una conclusione che nasce da un accurato studio dei fatti, da una rigorosa ricostruzione e da una messa in scena che privilegia la dimensione documentale a quella più facile del ludico entertainment.

 

Jessica Chastain

Zero Dark Thirty (2012): Jessica Chastain

 

Kyle Chandler, Jason Clarke

Zero Dark Thirty (2012): Kyle Chandler, Jason Clarke

 

Le fondamenta portanti di Zero Dark Thirty le costruisce Mark Boal giornalista e sceneggiatore, Boal aveva già scritto in precedenza due articoli che avevano generato altrettante opere cinematografiche, entrambe raccontavano (da diversi punti di vista) la guerra in Iraq, il bellissimo Nella valle di Elah firmato Paul Haggis e l’altrettanto convincente e premiato The Hurt Locker con la Bigelow ancora una volta in regia.

L’alchimia artistica tra i due funziona molto bene e la nuova collaborazione prende il via in modo naturale ma rigoroso, fondamentali risultano i documenti riservati della CIA che permettono una ricostruzione il più possibile fedele, il racconto di una lunga caccia all’uomo vista attraverso gli occhi di un agente operativo di nome Maya, interpretato con credibile trasporto emotivo da una bravissima Jessica Chastain (nominata all’Oscar).

Maya è il nome in codice di un agente come tanti altri, ma il soggetto del film ne fa un personaggio complesso attraverso il quale mostrare le diverse fasi di una ricerca ambigua, sporca e pericolosa, Maya rappresenta l’inumana brutalità, l’ossessione e per certi versi la follia di un paese che lotta contro un nemico invisibile e in parte contro se stesso, la Chastain è molto brava nel rendere le diverse sfaccettature di una protagonista che non cede a compromessi sfidando i vertici della CIA e vincendo una partita nella quale aveva messo in gioco tutta se stessa.

Elemento fondamentale nella creazione di un impianto drammatico che deve cercare un coinvolgimento emotivo e un ritmo sufficiente a tenere incollato allo schermo lo spettatore, Maya non rappresenta però l’unica “faccia” di un opera articolata e tecnicamente notevole, tutte le componenti convergono affinchè il film mantenga viva e funzionale la sua doppia anima di resoconto pseudo-giornalistico e di film action.

 

Jessica Chastain

Zero Dark Thirty (2012): Jessica Chastain

 

Jennifer Ehle, Kathryn Bigelow

Zero Dark Thirty (2012): Jennifer Ehle, Kathryn Bigelow

 

La grandezza nella messa in scena della Bigelow si percepisce nel suo intento di limitare facili e a lei più congeniali soluzioni, a differenza di The Hurt Locker l’azione pura non solo viene esposta con toni meno enfatici ma è persino limitata a singole e narrativamente necessarie sequenze, la regista dimostra una grande maturità e un equilibrio espositivo invidiabile.

Non per questo perdono vigore le classiche prerogative del suo cinema, anzi per certi versi ne vengono in parte esaltate, Zero Dark Thirty è un film che filtra il reale attraverso la finzione ma che mantiene vivi gli accenti formali della regista californiana, nessun calo di ritmo, ottima definizione dei molti personaggi in scena (cast notevole), impianto solidissimo e messa in scena che nonostante la dilatata esposizione (forse l’unica pecca) non mostra cedimenti.

L’apice a mio avviso si raggiunge nella lunga scena finale, l’acme di un momento tanto atteso proposto con con toni freddi e risoluti, la tensione di un attacco a sorpresa vissuto dall’interno, la suspense che sale di minuto in minuto seguendo lo “sguardo” di una regista che ormai ha raggiunto il pieno controlla della sua arte.

 

Jessica Chastain

Zero Dark Thirty (2012): Jessica Chastain

 

Zero Dark Thirty non è un film politico, ne tantomeno un film di propaganda (come non lo era The Hurt Locker), è un film che mostra le derive contemporanee del nostro mondo, le assurdità di una guerra non convenzionale combattuta senza regole, una guerra dove non ci sono vincitori ma solo vinti, dove l’uomo/donna cerca il suo nemico per anni e alla fine lo trova dentro un sacco per cadaveri, lo guarda incredulo cercando di dare un senso a tutto quello che è stato fino a quel momento, bramando un signifcato, una logica, una ragione…ma trovando solo un profondo senso di vuoto, un buco nero incolmabile nel quale perdersi definitivamente.

Voto: 8

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