La recensione su Jack Reacher: La prova decisiva

Jack Reacher è la creatura letteraria più famosa dello scrittore britannico Lee Child, protagonista di una serie infinita e ancora in corso di ben ventuno romanzi, ex militare Reacher abbandona l'esercito e viaggia per gli Stati Uniti risolvendo di volta in volta spinosi casi criminali, un personaggio ideale per dare il via ad una nuova serie action per il grande schermo, soprattutto se dietro al progetto spunta il nome del tutto fare Tom Cruise, che interpreta e produce il film in questione.

A me Cruise piace da sempre, non lo considero un grandissimo attore ma in alcuni film ha dato prova delle sue qualità e comunque resta uno dei personaggi più rappresentativi e di successo degli ultimi trent’anni.

Il punto è che da un po’ sembra caduto nella spirale del blockbuster action e non contento di portare avanti la saga di Mission Impossible si lancia deciso anche in questo nuova serie che, visto l’ottimo successo al botteghino, vede già in cantiere un sequel che uscirà a breve.

Ora, chi ha letto i romanzi di Child con protagonista Reacher (io ne ho letti un paio) un po’ deve aver storto la bocca quando è uscito il nome di Cruise, e il leggero fastidio ci sta tutto visto che il personaggio letterario è una bestia di quasi due metri con un fisico da giocatore di football, mentre Cruise con tutto che si porta da dio i suoi cinquant’anni diciamo che non dispone di un fisico cosi imponente.

Ma alla fine poco male, tanto quello che conta veramente in questi casi è la visibilità che porta l’attore principale e da questo punto di vista Cruise è una garanzia di successo, poi confermata dal box-office alla faccia del suo fisico in miniatura e dei fan accaniti del personaggio letterario.

Jack Reacher: La prova decisiva (2012): Tom Cruise

Jack Reacher: La prova decisiva (2012): Rosamund Pike

Cruise a conti fatti fa il suo, con il solito impegno che nessuno può discutere, gli immancabili sorrisini maliziosi e la fisicità frenetica che mette in scena anche nel ruolo di Ethan Hunt, niente di nuovo da questo punto di vista se non che la storia scritta e diretta da Christopher McQuarrie è parecchio distante dalle vicende super adrenaliniche di MI e si mantiene su un livello più equilibrato cercando di portare avanti un plot action/thriller che oltre ad intrattenere faccia anche riflettere.

La cosa però riesce solo in parte e se la prima frazione sembra gettare le basi per qualcosa di solido e coinvolgente che vada oltre i classici stereotipi, nella seconda (e finale annesso) viene riproposto il solito cinema action del macho indistruttibile che salva la sua bella (Rosamund Pike), risolve l’inghippo criminale e fa fuori tutti i cattivi, compreso uno spaesato Werner Herzog nel ruolo dell’antagonista.

McQuarrie si dimostra a suo agio nelle scene più movimentate mantenendo nel contempo un buon controllo degli attori nelle fasi di dialogo e investigazione, insomma fa un buon lavoro sfruttando al massimo il potenziale di un plot abbastanza scontato, la storia in fondo è lineare e basilare, con i soliti cliché e le solite soluzioni narrative, oltre all’impegno e alla professionalità di Cruise si notano le discrete prove di Duvall (cecchino improvvisato) e di Jenkis (ambiguo procuratore), per il resto manca una vera figura di villain perché Herzog è quasi un ombra che compare all’improvviso e scompare senza lasciare traccia, mentre i suoi tirapiedi sono solo delle sagome da centrare per raggiungere il massimo dei punti.

In definitiva un vedibile film di intrattenimento, forse un pelino troppo lungo per gli standard del genere ma ben girato e interpretato, siamo lontanissimi dai migliori prodotti usciti recentemente (la saga di Bourne tanto per dire) ma per passare un paio di ore di divertimento spensierato potrebbe essere una buona scelta.

Voto: 6.5