Espandi menu
cerca
Gli equilibristi

Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

maso

maso

Iscritto dall'11 giugno 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 180
  • Post 3
  • Recensioni 830
  • Playlist 186
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Gli equilibristi

di maso
8 stelle

Uno spaccato di vita vissuta da un tipico caso umano del terzo millennio, un padre fedifrago che senza volerlo si ritrova messo alla porta dalla moglie ferita dal tradimento e quindi costretto a compiere equilibrismi giornalieri per rimanere nella corsia di una vita dignitosa, non solo la sua ma prima di tutto quella dei suoi figli rimasti con la mamma.

La cosa è alquanto complicata se il ciò avviene in una città dai medi costi mensili come può essere Ancona dove sono nato e tornato, figuriamoci in una bolgia infernale come Roma da cui sono da poco svicolato.

Il nostro antieroe di tutti i giorni, interpretato da un convincente Valerio Mastrandrea meritatamente premiato a Venezia, ha un lavoro da impiegato statale con uno stipendio di 1200 scorse al mese, ma di certo non gli basta: non basta per un affitto in una tomba seminterrata da 700 euro al mese più le utenze, perchè c'è il mutuo della casa, la lista della spesa, la gita della figlia che costa chi sa cosa e una pioggia di spese, spesucce e spesacce che non fanno bastare mai ciò che fai.

Giulio sembra comunque riuscire a far fronte a tutti costi ad ogni costo ma c'è intorno a lui una Roma alienante, in cui tutti sembrano essere sull'orlo di una crisi di nervi e prossimi all'esaurimento: dal vecchio amico dei mercati generali che gli fornisce un lavoraccio di fatica per poi scaricarlo per nebulosi motivi di messa in regola mentre facchini di tutti i colori continuano a maneggiare cassette, fino alla gestrice della pensione alla stazione dove si è rifugiato con il di lei scagnozzo dall'accento slavo che  bacchetta Giulio per l'uso proibito in camera di un fornello da campeggio ed anche se in seguito gli diventa amico lasciandolo fuggire nella notte in uno dei pochi gesti di umana accondiscendenza nel film il suo augurio di buona fortuna suona come una frase retorica che in otto mesi a Roma mi ha timbrato più di una volta e spesso chi me l'ha detta non si è neanche reso conto che la fortuna la cercavo da lui.

Il brusco risveglio nel bel mezzo della notte buia sancisce l'inizio della picchiata per Giulio, il suo cambio d'umore e il progressivo abruttimento fisico, la visita alla casa del papà è un fallimento che lo porta a stendersi in auto la notte e cercare ristoro alla Caritas di giorno visto che non ha i soldi nenche per far fare un giro nei gonfiabili al figlio più piccolo, oltretutto nessuno sembra accorgersi della sua decadenza nonostante sia sempre più torvo ed emaciato in volto, solo la figlia adolescente sembra intuire qualcosa ma Giulio non le rivela niente, al contrario le consegna una frase che martella forte anche me "Mi avete stufato.....tutti".

La storia è raccontata con crudo realismo e senza pause nel set a cielo aperto di Roma che non ha più spazio per le vacanze romane ma riserva invece locations da accattone che il povero Giulio assapora nell'amara realtà che lo ha travolto fino ad un finale che lascia aperto il discorso facendo filtrare una luce di speranza per lui, di certo non per Roma e le sue regole inaccettabili in un periodo di ristrettezze economiche per l'italiano medio che non arriva alla fin del mese alla guida della sua macchina incidentata rattoppata con il nastro isolante.

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati