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Game Change

Regia di Jay Roach vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Game Change

di hallorann
8 stelle

Julianne Moore è una delle poche attrici americane che non sbagliano un colpo, determinata e bravissima, spesso nei ruoli più disparati. Nel tv movie per l’Hbo GAME CHANGE ha interpretato mimeticamente la governatrice dell’Alaska Sarah Palin, salita alla ribalta nell’elezioni americane del 2008 come vicepresidente del candidato John McCain contro la corazzata Barack Obama. Lo stratega della campagna elettorale Steve Schmidt è un uomo fidato del senatore McCain, candidato dai Repubblicani alla Presidenza degli Stati Uniti d’America. Nonostante questi sia un politico presentabile, discontinuo con la linea Bush e un eroe di guerra non ha una spiccata personalità per fermare i Democratici. Con gli altri membri dello staff è d’accordo sulle frasi di lancio quali “volete uno statista o una celebrità?”, rivolto a Obama. Ma nell’era di youtube e del web bisogna trovare un ticket valido per accorciare se non annullare il gap tra i due sfidanti. Archiviati alcuni nomi, tra i quali l’attuale sfidante Mitt Romney delle imminenti elezioni 2012, McCain ordina “trovatemi una donna per la vicepresidenza”. Schmidt e gli altri scovano la governatrice dell’Alaska Sarah Palin: antiabortista, fervente cristiana, madre di cinque figli di cui uno down avuto a 44 anni e di un altro che sta per partire per l’Iraq sembra il personaggio giusto. Superato il “trauma” di avere una figlia adolescente incinta, viene avvisata da Steve e Nicole che il suo passato e la sua vita verranno scandagliati dalla stampa e dagli avversari e non avrà più una privacy. Viene giudicata serena, posata, pronta per la sfida e anche una brava attrice perché sa improvvisare e nascondere alcune malefatte combinate quand’era solo sindaco di una cittadina del suo Stato. Le prime uscite convincono ed entusiasmano staff e McCain, sa comunicare con la gente con semplicità. Ben presto però la politica estera si rivela il suo tallone d’Achille, nonostante venga coordinata e ammaestrata la sua ignoranza in materia viene smascherata e numerose gaffe suscitano ilarità, feroci parodie e fanno il giro del mondo e del web. Messa sotto stress dal team di Steve in vista di importanti interviste con la stampa crolla non riuscendo a inculcare concetti e informazioni utili per la sua formazione. Nicole spazientita e in un certo senso umiliata ritorna a disposizione di McCain, mentre la Palin è sull’orlo di un esaurimento nervoso. La sua scelta ora appare superficiale e frettolosa. Il candidato presidente consiglia di riavvicinarla alla famiglia e alla sua terra (di cui chiedeva ossessivamente sondaggi di gradimento), in effetti si ricarica e riesce a prepararsi per il decisivo dibattito con lo sfidante alla vicepresidenza il democratico Baiden. Stavolta assimila bene la sintesi delle risposte e fa una buona figura. La campagna assume toni aspri, si va sul piano personale, i Repubblicani decidono di attaccare Obama, la stessa Palin lo giudica amico dei terroristi aizzando le folle. McCain, ad un certo punto, decide di sottrarsi a questo gioco al massacro puramente mediatico dichiarando in un’uscita pubblica che il suo diretto avversario è un buon cittadino. Ormai è tardi e questo modo di condurre la campagna si rivela un boomerang, la debacle è vicina, il resto è storia. GAME CHANGE non assolve e non condanna i suoi protagonisti, ce li mostra per quello che sono: Sarah Palin, una meteora politica, una governatrice di provincia ottusa e chiusa nel suo Stato senza conoscere nulla del mondo circostante, un fuoco di paglia che nel film diretto da Jay Roach viene analizzata e interpretata con naturalezza senza calcare troppo la mano sulle incredibili gaffe (un punto debole ed edulcorato della pellicola). John McCain, interpretato con aderenza da un fisicamente più carismatico Ed Harris, risulta un uomo e un politico lontano da George W.Bush, dignitoso e assolutamente non compatibile con la celebrità Obama. Il film viviseziona il dietro le quinte di quell’incandescente 2008 americano, il cinismo e il presenzialismo totale di uno staff di una macchina elettorale che vede, muove e decide ogni dettaglio dei candidati. Il personaggio di Steve Schmidt impersonato dall’ottimo Woody Harrelson ne è la sintesi ideale. GAME CHANGE, pur essendo un prodotto di origine televisiva, si iscrive di diritto tra le tante opere significative dedicate al complesso tema del dietro le quinte del mondo politico americano.

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