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Cena tra amici

Regia di Alexandre de La Patellière, Mathieu Delaporte vedi scheda film

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La recensione su Cena tra amici

di M Valdemar
6 stelle

Quando i nodi vengono al pettine, fa un po’ male. Se poi la poco gradevole - e non richiesta - opera di rumoroso disvelamento si compie tutta in un sol botto, e per giunta in un clima prevedibilmente e storicamente amicale, di robusta complicità e cordialità, allora è un bel guaio, a forte e concreto rischio di avere delle conseguenze, spiacevoli e finanche gravose.
Ma no, dai, s’è scherzato: il finale, all’acqua di rose, lo certifica e (ci) rassicura. S’è aggiustata ogni brutta cosa, che già era stata evidentemente messa nell’angolino delle faccende un pelo imbarazzanti (e null’altro) e lì lasciata al placido fluire del tempo.
Inutile pretendere spietate analisi sociologiche o sottili ironie sui malesseri della cosiddetta civiltà, o quantomeno un po’ di sana, vera, gratuita cattiveria (ah, se ne abbiamo bisogno!): l’obiettivo primario, l’unico, di Cena tra amici, ennesima commedia francese che arriva sugli schermi italiani, è provocare le risate del pubblico. Ebbene, gliene va dato atto, ci riesce. Merito indiscutibile e da non sottovalutare, visti i tempi di vacche magre (o ingrassate con balordi metodi dopanti, tipici di molta fuffa made in USA) e lo stato certo non florido (eufemismo) in cui versano le pellicole omologhe del Bel Paese.
L'impianto teatrale c’è e naturalmente si vede, ma non “disturba” né appesantisce la visione, che invece risulta godibile a causa di una messa in scena frizzante e di un ritmo costantemente fluido ed appropriato - si potrebbe facilmente classificare il film come “andante con brio” - che deve però fare i conti con un inizio didascalico col freno a mano tirato (con tanto di voce fuori campo a presentare storia, luoghi e personaggi) e qualche inevitabile momento di stanca. Si potrebbe in effetti muovere qualche appunto sulla durata, che risulta diluita in alcuni passaggi non essenziali e di modesta funzionalità: una decina di minuti in meno, facendo la dovuta attenzione, e ne avrebbe sicuramente giovato l’intera opera. Ma, in fondo, sono poco più che dettagli, perché la scorrevolezza è garantita, così come la partecipazione dello spettatore.
La riuscita di Cena tra amici, com’è d’obbligo che sia quando la rappresentazione dell’opera si svolge in un’unica unità di luogo e di tempo, deve molto all’ottimo lavoro d’attori, un quintetto (ben diretto) di interpreti assai efficaci che sfruttano in maniera impeccabile sia la chiara eccellente intesa sia la conoscenza del testo (avendolo già portato in teatro), e che inoltre dosano sapientemente i vari registri e sbalzi umorali - scatti d’ira, crisi di nervi, riappacificazioni, ipocrisie, accuse, battutine velenose lanciate e subite, rivelazioni scottanti - dando così una generale impressione di credibilità.
Anche quando devono sottostare ad alcuni passaggi poco plausibili e in buona sostanza forzati, enfatici, tali che a un certo punto pare che gli autori abbiano attinto alle inesauribili magmatiche fonti soapoperistiche per “tirare avanti”. Perché, evidentemente, la schizzata verbosa girandola comica costituita dai consueti giochi degli equivoci, dalla satira trasversale (è quasi “confortante” notare quanto certe caratteristiche di persone appartenenti alle varie tipologie ideologico-politiche siano comuni …), dall’umorismo (a tratti) pungente (e mai volgare), dalle contrapposizioni infantili e dalle piccole grandi ripicche personali, dai colpi di scena più o meno a segno - e senza scordare il “casus belli” (la stupida trovata dell’amico burlone - leggi: pirla -; e chi non ne ha almeno uno?) - ha vita relativamente breve e quindi il fiato corto che l’alimenta necessita di “aiutini” magari poco credibili, ma utili alla performance.
Buona e “gustosa” la definizione dei caratteri dei personaggi, ottenuta - come detto - anche grazie alla prova complessiva del cast, in cui spicca Charles Berling, bravo a tratteggiare il saccente, tirchio professore universitario di sinistra.
Il finale è un tantino accomodante, ma soprattutto, essendo ambientato qualche mese dopo gli avvenimenti dell’indimenticabile (s)travolgente serata, è come se passasse un’abbondante e coprente mano di bianco sulla (potenzialmente) esplosiva carica di agenti scatenanti (astio, risentimenti, ostilità, rivalità) sprigionata in quella folle serata. Che, si è portati a pensare, non ha avuto alcun seguito: stanno tutti lì, praticamente abbracciati, ad attendere il lieto evento (e il pubblico con loro).
Stante quanto sopra detto, Cena tra amici è (solo) una commedia simpatica, senz’altro non disprezzabile, ma che avrebbe potuto offrire molto di più.

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