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Riddick

Regia di David Twohy vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Riddick

di Enrique
6 stelle

In una sterminata distesa desertica (perché non mi suona nuovo tale scenario?) le umide tenebre (e, con esse, le creature che le popolano; altra spia di déjà vu) incombono mentre viene aperta la stagione della caccia… ma sempre lasciando il dubbio sul chi sia la preda e chi il cacciatore.

Vin Diesel

Riddick (2013): Vin Diesel

Abbassate drasticamente le quotazioni dopo il tanto (troppo a mio avviso) vituperato 2° capitolo della serie, era necessario rispolverare i fattori del successo originario. Ergo, senza panegirico alcuno, si punta tutto su di lui – l’antieroe alterego di V.Diesel - e su una storia semplice semplice (ai limiti della povertà di idee)… e “pericolosamente” affine con quella che dette il là alla serie.

Dico “pericolosamente” solo perché, stavolta, del protagonista si conoscono già vita, morte e miracoli, per cui la temibile stravaganza (e strafottenza d’ordinanza; M Valdemar) del medesimo non cattura più come un tempo. Serve dell’altro… e, nondimeno, D.Twohy decide di calcare la mano proprio sulle sfumature dell’istinto e dello spirito guerriero del suo attore feticcio (c’è sempre lui dietro le pazze gesta di quest’ultimo).

E allora, a spron battuto, ci si immerge - probabilmente per l’ultima volta - nell’introspezione scanzonata dell’istinto nomade e selvaggio del paladino di tutti gli avventurieri solitari intergalattici. Si esagera (sempre nei limiti consentiti dalla psicologia del personaggio) nell’umorismo cinico e smaliziato (grazie alla gradevole complicità dell’unica donna del gruppo ed unico comprimario degno di nota), oltrechè – a presunto bilanciamento degli inconsueti moti di umanità (e di… “dolcezza”) che lo attraversano – in un’efferatezza splatter che nuoce ai bruti che non lo temono.

Insomma, un one-man show dai lineamenti ancora più estremizzati che in precedenza (tanto da meritare le restrizioni tipiche dei film inadatti ai teenager più imberbi) che non lascia davvero alcunchè al manipolo di anonimi mercenari che devono, con lui, spartirsi la scena (e che, di lui – ennesimo tributo a P.B. – si scopriranno inaspettati alleati; Luis82).

 

Peccato per il finale (a mi giudizio) deludente; dopo tanti promettenti ammiccamenti ci si sarebbe spettati ben di più dal furiano e la sua valkiria; non di certo, comunque, l’ultimo patetico scambio di battute (indegno, a maggior ragione, di porre termine ad una qualsiasi trilogia).

 

A tacere di quest’ultimo inconveniente, l’operazione non può dirsi, comunque, inconsistente.

Usa e getta (Raffaele92) sì, però, per una serata a base di testosterone, freddure ed addii.

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