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Bella addormentata

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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La recensione su Bella addormentata

di steno79
8 stelle

Rispetto ai migliori film di Marco Bellocchio come "I pugni in tasca", "Vincere" e "L'ora di religione" qui siamo appena un gradino sotto, ma "Bella addormentata" rimane un'opera seria, meditata e coraggiosa su un argomento scottante come quello dell'eutanasia, chiamata in causa direttamente attraverso la vicenda degli ultimi giorni di vita di Eluana Englaro, che fanno da sfondo a diverse storie che si svolgono in parallelo, fra cui quella di una tossicodipendente che vorrebbe suicidarsi e viene salvata da un medico idealista, quella di un senatore PDL che decide di votare contro il suo partito sulla sospensione delle cure alla povera Eluana, quella di un'attrice che si è ritirata dalle scene per accudire una figlia in stato vegetativo ed entra in conflitto con il figlio che vorrebbe fare il suo stesso mestiere, e quella di un ragazzo che deve accudire un fratello mentalmente disturbato e che si innamora della figlia del senatore del PDL. Una narrazione corale, dunque, dove i vari segmenti narrativi si intersecano senza forzature grazie anche al fluido montaggio di Francesca Calvelli, moglie del regista, e alla raffinata fotografia di Daniele Ciprì, molto incisiva soprattutto nelle scene in interni ambientate nella casa della Divina Madre (Isabelle Huppert). Mi sembra che il regista sia rifuggito da facili moralismi e non abbia preso posizione apertamente "a favore" o "contro" l'eutanasia, propendendo piuttosto per una pacata esposizione dei diversi punti di vista; la tenuta registica è spesso esemplare, anche nelle scene che rischiavano di cadere più facilmente nell'eccesso melodrammatico come il confronto sul letto di ospedale fra la "Rossa" (Maya Sansa) che rivendica la sua scelta di morire per porre fine a una vita inutile e il dottor Pallido (Piergiorgio Bellocchio), che fa di tutto per salvarla e per infonderle una nuova fiducia nelle sue possibilità. Tuttavia, ho trovato un pò stonato il ricorso ad alcune notazioni grottesche come il medico che fa scommesse sulle possibilità di morire di Eluana, oppure la scena in cui i familiari di una donna a cui è stata rifiutata una TAC la vanno cercando gettando coperte e lenzuola degli altri pazienti in un clima piuttosto surreale. Alla riuscita del film contribuisce un "Ensemble cast" di ottimo livello in cui spicca l'intensità di una Huppert che regge magnificamente i frequenti primi piani, una Maya Sansa molto realistica nella parte della ragazza drogata, una Alba Rohrwacher come al solito misurata ed efficace che riesce a duettare senza farsi rubare la scena dal grande Servillo e, fra i giovani, un Michele Riondino di sicuro fascino ma anche di buona resa espressiva. Nel complesso, un'opera che rende giustizia per l'ennesima volta alla statura artistica di Marco Bellocchio, e pazienza se la giuria veneziana non ha voluto dargli nessun riconoscimento (il regista ha suscitato anche stavolta inutili polemiche da "grande sconfitto" che poteva francamente risparmiarsi).
voto 8/10

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