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Bella addormentata

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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La recensione su Bella addormentata

di maghella
10 stelle

Più storie si intrecciano nel film “Bella addormentata”, sono storie cristallizzate nei pochi giorni che precedono e accompagnano la morte di Eluana Englaro. Le vicende che ci vengono narrate sono i vari punti di vista e di coscienza e di fede che molti di noi possono aver condiviso o condannato e troppo spesso giudicato in quei pochi giorni che hanno reso pubblico un dolore e una disgrazia tanto personale come quella della famiglia Englaro.
Nel film Bellocchio accenna solamente alla triste vicenda di cronaca, la ricorda con spezzoni di telegiornali, interventi di politici e dell'allora primo ministro (dopo tanto tempo la dichiarazione di Berlusconi sulla vicenda Englaro appare ancora più grottesca e fastidiosa, causando nella sala cinematografica mormorii di dissenso per fortuna).
La storia più vicina all'episodio di Eluana è quella del senatore Uliano Beffardi (Toni Servillo, immenso in questa parte) e di sua figlia Maria (Alba Rohrwacher), il senatore di Forza Italia deve votare in senato la legge che di fatto potrà vietare in qualche modo la morte di Eluana, causando in lui una forte crisi di coscienza e fede politica, dato che lui stesso solo pochi mesi prima (o anni) ha “facilitato” la morte della propria amata moglie in un letto di ospedale. La figlia Maria, una fervente cattolica, parte per Udine per manifestare con canti e preghiere davanti alla clinica “La quiete” dove Eluana sta trascorrendo i suoi ultimi giorni, Maria prova un forte rancore verso il padre.
La storia di Maria si intreccia con quella di Roberto e suo fratello (un disturbato mentale bipolare) che sono a Udine per i suoi opposti motivi: rendere Eluana libera di morire, ma questo non servirà per impedire che tra Maria e Roberto scatti l'amore, quello che farà “risvegliare” Maria dal suo torpore rigido e cattolico (bellissima la scena in cui prima di fare all'amore con il ragazzo, Maria scosta la medaglietta del crocifisso al collo, spostandola sulla schiena: un atto di ipocrisia? Di vergogna? Di ripensamento sulle leggi della propria fede?).
La vicenda degli ultimi giorni di Eluana viene costantemente seguita alla televisione da una famiglia, da una madre, che sta vivendo lei stessa la solita tragedia tre le proprie mura di casa, con una figlia in coma attaccata ad un respiratore (angosciante il rumore del respiratore nella stanza, come un copione recitato, un coro greco di cornice ai dialoghi). La madre della ragazza è una famosa attrice (Isabelle Huppert) che ha deciso di escludersi dalla vita “normale”, di rinunciare alla propria carriera, per seguire la figlia e aspettarne il risveglio. A niente servono i reclami di attenzione da parte del suo secondo figlio, che addirittura  cerca di staccare per sempre il respiratore che mantiene in vita la sorella (“non lo fare più” gli dirà la madre accortasi di quello che il figlio aveva tentato di fare)... solo l'arrivo del padre impedisce l'atto estremo. La “Divina Madre”, la “Santa Madre” che recita la propria fede per convincersi che tutto può ancora accadere, che con tenacia continua a parlare alla figlia, a farle compagnia, che come un soldato marcia affiancata dalle infermiere/suore in preghiere ad alta voce, urlate, senza disperazione ma con tanta rabbia, che inganna il prete con la sua finta fede, è una madre che vuole solo che sua figlia Rosa si possa risvegliare, e le lacrime che le scivolano (e che lei odia) sono davvero come gocce di rugiada che forse possono ridare ancora un barlume di vita a quella “Rosa appassita”.
L'ultima storia è quella di una condannata a morta che non fa scalpore, di una condannata a morte per la quale mai nessuno manifesterà dietro una porta di un S.E.R.T. : una tossica qualunque (Maya Sansa), di quelle che fanno rabbia a medici e cittadini, perchè “un tossico rimarrà un tossico anche se non si fa per 10 anni” dirà il primario al giovane medico (Pier Giorgio Bellocchio) che si ostina ad aspettarne il risveglio da un sonno sedato dopo averne impedito l'arresto. La ragazza sta visibilmente male, ha tentato il suicidio, eppure sarebbe stata portata in prigione piuttosto che in ospedale, nessuna “suorina” si sarebbe prodigata per poterla assistere. Nella camera d'ospedale il colloquio tra la ragazza e il medico è spietato, cattivo: lei lo accusa di averla salvata da una vita di cui non gliene importa più nulla, lui le dice che è impossibile per lui non salvarla, non trattenerla da un gesto estremo. Il bacio tenero che lui le darà mentre lei dorme è proprio quello del principe azzurro della favola “La bella addormentata”, e proprio quel dolce gesto cambierà le cose, quell'atto d'amore disinteressato e sincero provocherà il “risveglio” della ragazza tossica, che tornerà alla vita, decidendo di aprire la finestra non per buttarsi di sotto ma per respirare aria nuova, tornerà a dormire nel letto per sapere di potersi risvegliare.
 
E' l'amore che fa cambiare la visione delle cose, questo il bellissimo messaggio finale del film, e Bellocchio ci porta ai vari punti di vista con delicatezza ed equidistanza, senza partecipazione, ma proprio per questo rendendo le storie tutte toccanti, ogni voce ha la stessa importanza, si riescono a percepire anche i possibili pensieri dei vari personaggi. Il film di Bellocchio è montato egregiamente, l'intreccio delle storie, nonostante i difficili passaggi tra i fatti reali e quelli di finzione, tra il passato e il presente, risulta facile da seguire, mai pesante. Gli attori tutti bravissimi, tra tutti l'ormai “scontato” Servillo, che qui è davvero insuperabile, i suoi solitari monologhi, i discorso che non riesce a fare al senato e che prova solitario nello studio è da brividi. Bellissimo anche un personaggio di contorno, ma non meno importante, interpretato da un bravissimo Roberto Herlitzka: lo psichiatra dei parlamentari (e Dio solo sa quanto ne hanno bisogno).
Infine un merito enorme alla Isabelle Huppert, ottima la scelta di farla recitare in italiano e francese, l'attrice recita l'attrice che sceglie di non recitare più per finzione, che finge di avere una fede sperando di ingannare un Dio al quale forse non crede più, ma del quale ha un bisogno disperato.
Per me un film perfetto.
 

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