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L'intervallo

Regia di Leonardo Di Costanzo vedi scheda film

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La recensione su L'intervallo

di Furetto60
7 stelle

Ottimo lavoro di Di Costanzo

Salvatore, un ragazzotto in sovrappeso,ingenuo e sprovveduto,si arrangia aiutando il padre,a vendere limonate per la strada,in un grigio e degradato quartiere periferico di Napoli,Un giorno gli sgherri del boss del quartiere,lo costringono a fare il "carceriere" cioè a sorvegliare una ragazza di quindici anni, Veronica,che solo dopo, si saprà ha fatto uno sgarro al capocamorra del suo quartiere, mettendosi con  un ragazzo di un clan nemico.Salvatore e  Veronica,dunque sono costretti a convivere per un'intera giornata,superate le prime schermaglie e  diffidenze, si annusano, si scoprono,familiarizzano e solidarizzano infine,stabilendo nel corso della giornata che sono obbligati a trascorrere insieme, un rapporto di cordialità e di confidenza,vanno vagabondando per l'ampio parco abbandonato dell'ospedale, raccolgono fiori da mettere sotto la foto di una ricoverata suicida,fantascìsticano e si lasciano andare a sogni impossibili,facendo galoppare la fantasia, in uno stato di  sospensione della realtà,con entusiasmo adolescenziale,  puro e poetico Quando la  sera, il boss viene a parlare a Veronica. lei,dopo un momento di incertezza,cede e subisce il diktat,impostole, accettando di lasciare il ragazzo "proibito", si allontana sullo scooter del"capo" mentre Salvatore riceve una ricompensa, per il fastidio.Al rientro del padre dalla giornata di lavoro,salvatore non gli dice niente.Finito "l'intervallo" le vite di Salvatore e Veronica rientrano nella "routine"a cui sono predestinati.

Due giovani entrambi prigionieri di un sistema, che non dà scampo.

Il regista svolge un lavoro valido,perchè riesce a parlare della malavita ,non mettendola al centro della scena,usando una tecnica singolarissima.Di Costanzo,lascia parlare i suoi protagonisti,fa  raccontare attraverso i sogni e le fantasie delle due "vittime"il mondo come dovrebbe essere e come invece è.Si potrebbe definire cinema iperrealista,ma si cadrebbe nell'errore di etichettare un lavoro indipendente,che invece non deve essere classificato,ma semplicemente apprezzato per la sua genuinità e la schietta semplicità ed efficacia

 

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