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The Wall

Regia di Julian Pölsler vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Wall

di alan smithee
8 stelle

Un regista austriaco in una coprodizione tedesca che vede coinvolta (in modo esclusivo) la più celebre attrice germanica del momento; Martina Gedeck. Una barriera invisibile, come un vetro che imprigiona una donna, isolata in una baita di montagna dove si era recata in gita con amici. Non si conoscono i motivi di tale misterioso fenomeno, che impariamo con la protagonista, se non a conoscere, dato che è completamente trasparente, almeno a delimitare, scoprendo che la sua libertà d'azione le consente di spaziare in un territorio piuttosto vasto tra foreste e montagne, ma pur sempre circoscritto e limitato da renderla sola, isolata, ed alle prese con un clima aspro in cui la donna di città dovrà sapersi industriare per garantirsi la sopravvivenza. Oltre il muro intanto capiamo che la vita si è come fermata: le sole due persone che scorgiamo paiono rigide come statue. La donna per fortuna non è sola e troverà nel cane dei suoi amici, rimasti fuori della barriera, l'amico fedele per buona parte della sua permamenza. Oltre a lui un gatto ed il suo cucciolo, una mucca e poi il vitello che questa partorirà, un corvo insolitamente bianco e come tale scacciato dal suo gruppo. E poi la selvaggina che servirà per nutrirsi, la seconda casa per l'alpeggio estivo, e foreste, ruscelli, prati da falciare per raccogliere l'erba della giumenta per l0inverno, la legna da tagliare ed accatastare. L'incubo è reso meno ossessivo quindi dalla necessità di lavorare quasi ininterrottamente per sopravvivere: alla fame, al freddo, alle intemperie, e forse pure dalla presenza di qualche misterioso estraneo: il peggior nemico di sè stessi è un essere della propria specie: non succede per gli animali, succede per l'uomo, ogni giorno e pure qui in questa drammatica circostanza.
La donna di città scopre, dopo l'isolamento causato da quel muro invisibile, una forza di carattere che non era cosciente di avere, che la sorprende e che tuttavia non la fa rinunciare ad attimi di scoramento e nostalgia per tutto ciò che ha lasciato (per sempre?) là fuori. E' la caratteristica e pure il punto debole dell'essere pensante, che non riesce come l'animale a contare solo o prima di tutto sull'istinto.
Film più filosofico che fantascientifico, l'opera prima di Julian Polsler risulta inevitabilmente accattivante per le incognite che cela e per come delinea la maturazione fisica e caratteriale di una donna che diviene la regina incontrastata di un suo regno: colei che decide chi deve vivere e chi deve sacrificarsi perché quella comunità possa andare avanti cibandosi di ciò che il territorio può offrire. Colei che organizza i giorni e le stagioni, scrivendo un diario e tenendo conto dei giorni che passano inesorabilmente senza che nulla la liberi da quella prigionia. Una coercizione che, data la natura (ostile ma anche magnifica ed opulenta) che la circonda, permette alla donna di riscoprire il contatto diretto con la terra, con la forza degli elementi, imparando a destreggiarli, a temerli quando non si possono affrontare, a rispettarli. "Le mur invisible" è un film che parla di molte cose, catturando lo spettatore con molteplici argomentazioni oppure sempre la stessa, letta sotto diverse sfaccettature: e di muri, di separazioni forzate ed innaturali, i tedeschi loro malgrado ne sono bene informati sulla propria pelle. Non ultimo è interessante vedere come la "regina" del mondo dentro la barriera, scelga di proteggere e difendere i diversi resi dei rejetti: vedasi il corvo grigio che, bollato come atipico dalla propria specie, vive della carità e della misericordia della donna. Martina Gedeck, superba e fiera come una leonessa, è presente in ogni scena: non recita una sillaba, ma non importa nè ciò è in grado di sminuire la sua performance: il suo io narrante, costantemente presente, scandisce il tempo, le emozioni contrastanti con cui una donna sola affronta i successi e le delusioni di una vita che si combatte minuto per minuto, giorno per giorno, stagione per stagione.
"Le mur invisible" è un film che inquieta, fa pensare e regala emozioni e pensieri, interrogativi e riflessioni ben oltre il tempo della sua durata: un film che continui ad elaborare dentro di te tanto è ricco di argomentazioni e temi suggestivi, come di incubi, di paure che si celano nenche tanto nascoste all'interno di ognuno di noi.

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