Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Due storie parallele che mostrano rispettivamente il prima ed il dopo della famiglia Corleone. Il passato di Vito è più che altro un insieme di assaggi intercalati al piatto principale, che narrano linearmente la vicenda di un self made man che partendo dalla disgrazia ascende verso un potere sconfinato e lo utilizza per vendicarsi. Il proseguo di Michael invece è un intricato mosaico di tradimenti, implicazioni politiche, riferimenti storici, conflitti familiari e psicologici, che prende la struttura del primo episodio (l'apertura col rito religioso, le morti centrali improvvise, i problemi con la giustizia, la chiusura dopo un regolamento di conti multiplo) e la complica notevolmente, ottenendo un risultato affascinante ma non sempre piacevolissimo da seguire. Il livello della messa in scena resta altissimo e lo spettacolo è senz'altro godibile, ma la sensazione a tratti è di star assistendo ad una vicenda inessenziale, quasi l'appendice di un romanzo già concluso, che sazia la curiosità di chi aveva trovato piacevole l'opera originale senza però aggiungerci sostanzialmente nulla di così rilevante: avevamo lasciato Michael ambiguo, bugiardo e spietato, all'apice di un percorso di crescita che lo vedeva partire dal ruolo di soldatino che non vuole invischiarsi col mondo del crimine, e qua per tre ore lo vediamo in quello stesso identico modo, senza nessun vero cambiamento in positivo od in negativo; stessa cosa dicasi per la parte prequel, che tutto sommato racconta cose che non c'era assolutamente bisogno di mostrare direttamente. Forse il problema sta anche nella mancanza di veri e propri momenti topici in cui far esplodere la tensione drammatica (per intenderci: si sente la mancanza di qualcosa come la scena del battesimo del primo film). Nell'ambito del gangster movie è sicuramente un prodotto meritevole, ma rimango dell'idea che la chiusura perfetta per la saga dei Corleone fosse lo sguardo di Diane Keaton che resta chiusa fuori dalla stanza di Michael.
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