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Il padrino

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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GARIBALDI1975

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La recensione su Il padrino

di GARIBALDI1975
10 stelle

"Vado a fargli un'offerta che non potrà rifiutare", così si esprimeva Don Vito Corleone, protagonista del film "Il Padrino". Io e tanti altri, la maggioranza degli amanti del cinema, riteniamo  che questo titolo sia tra i più grandi film mai realizzati. E' tra i più completi, contiene azione, dramma, umorismo, romanticismo, grandi personaggi, grande regia, una storia brillante; tutto amalgamato magicamente alla perfezione, senza sbavature, nè caricature. Non possiamo classificarlo come un qualsiasi film sui gangster. E' molto di più.

 

                Tornato dalla guerra da eroe, Michael (Al Pacino) arriva a casa con la fidanzata Kay (Diane Keaton), per il matrimonio di sua sorella Connie  e si ritrova a spiegare alla fidanzata il vissuto familiare, ovvero come suo padre Don Corleone (Marlon Brando) è il potente capo della omonima famiglia mafiosa; aggiunge che non desidera continuare a svolgere "l'attività" familiare, prendendone palesemente le distanze dall'atteggiamento mafioso. La vita di Micheal prende una indesiderata piega quando un uomo d'onore, Virgil Sollozzo, si ribella al rifiuto del Don alla sua richiesta di aiutarlo nella produzione e spaccio di narcotici. Michael, suo malgrado,si  ritrova coinvolto nel business della famiglia quando i sicari di Sollozzo tentano di uccidere il padre, Don Vito Corleone. Micheal assume la guida della 'famiglia' mentre il padre è in ospedale e scatta una guerra di mafia tra le varie famiglie nel tentativo di eliminare il primato dei  Corleone. Così il valore nominale del "Padrino" è rappresentato dal dramma della famiglia Corleone, un'organizzazione di gangster al vertice del potere sotto la guida di Vito Corleone. Costretta ad una guerra sanguinosa di mafia, per il netto rifiuto del Don di mischiarsi allo schifo del traffico delle sostanze stupefacenti. La forte decisione -morale- del Padrino, però, costringerà il figlio Michael Corleone a coinvolgersi nella guerra sino a divenire capo della famiglia.

 

 

                Coppola racconta al mondo la famiglia italiana, anzi l'italianità. I primi 25 minuti possono sembrare noiosi, ma alla festa del matrimonio di  Connie impariamo l'importanza della amicizia e dei vincoli familiari in puro stile old italy, come la lealtà e il rispetto erano valori imprescindibili; rivediamo come gli italiani emigrati mangiavano e si divertivano. E' la rappresentazione della italianità emigrata in America. E' un film di cultura popolare, come pochi, eccezionalmente raccontata in modo realistico. Don Corleone non è un violento, ma decide di uccidere solo quando è necessario agli interessi del suo clan. E' un animale ringentilito a suo modo. La seconda parte del film, o meglio il successivo sequel, spiega ancora meglio il perché. La scena in cui il produttore cinematografico si sveglia con la testa del suo cavallo preferito nel suo letto rappresenta energicamente come gli interessi della Famiglia si realizzano non necessariamente con gli omicidi, ma con il terrorizzare, spaventare con una minaccia ingiusta l'avversario o qualcosa di simile. E' così che agisce la mafia. Si tratta di una serie magistrale di scene, perché dice tanto sulla mafia, senza edulcorare l'immagine dei protagonisti.

 

                Il vero protagonista -mitologico, oserei dire- è il figlio del Padrino, Micheal Corleone, l'anima buona della famiglia che responsabilizzato e preso a proteggere i suoi familiari, realizza dentro di se quel animalesco istinto di sopravvivenza che lo fa diventare il capo della famiglia, lo trasforma  in una sua nuova esistenza che lo conduce ad essere un freddo calcolatore,  che ordina le azioni mafiose in modo rapido e brutale. Ma è ciò che conta in questo film non è quello che viene detto, ma i sentimenti, i contesti, gli ambienti che si percepiscono, dalle azioni e dai gesti, più che dalle parole espresse.

 

 

E' impossibile non rimanere impressionati dal cast: Marlon Brando, James Caan, Robert Duvall e Al Pacino, attori autentici, semplicemente perfetti. E' un film autentico  nel raccontare la storia, inquadrare i personaggi, quel loro particolare manierismo, che sono diventati icone e modelli di discorso anche nel mondo reale. In realtà ci sono vari mafiosi che emulano i personaggi del film. Ricordo che qualcuno di questi mafiosi nei suoi anniversari ballava in pubblico la colonna sonora, scritta magistralmente da Nino Rota. Copie di questo film sono, in più occasioni, state ritrovate nei covi di alcuni latitanti.

 

Trattasi di CULT, preziosissimo come pochi. Perla rara. E' un film impegnativo, laborioso, nel senso che va apprezzato solo se visto con l'impegno di leggere "tra le righe" in ciò che non viene detto, ma che va percepito, anziché come pura attività d'intrattenimento.

 

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