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Anni di piombo

Regia di Margarethe Von Trotta vedi scheda film

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La recensione su Anni di piombo

di bradipo68
8 stelle

Sono stati cambiati i nomi: ma è chiaro a chi il film si riferisce. La storia delle sorelle Ensslin è il paradigma dello sbandamento sociale e ideologico che attraversava l'humus sociale della Germania Ovest ( e con lei anche l'Italia era sconvolta dallo stesso tipo di problema che aveva fatto versare troppo sangue) alle prese con la piaga putrescente del terrorismo.
Dall'ideologia alla lotta armata come unica via di propugnare le proprie idee.
Ma Anni di piombo non è un film nudo e crudo sul terrorismo  come erroneamente creduto da molti, soprattutto da quelli che criticarono l'atteggiamento ritenuto  troppo morbido della regista verso la terrorista incarcerata. La accusarono di non aver preso sufficientemente le distanze dalla lotta armata tratteggiando quasi più positivamente il personaggio di Marianne( la terrorista), rispetto a tutte quelle guardie carcerarie che, come avvoltoi assistevano ai colloqui con la sorella Julianne per trascriverne ogni singola parola.
A mio parere non è così perchè alla Von Trotta non interessa parlare di terrorismo. O perlomeno non è il tema centrale del film.
Anni di piombo parla dello stretto rapporto tra due sorelle legatissime fin da piccole, figlie di un pastore protestante che aveva inculcato il suo prepotente senso religioso arrivando a preferirne una rispetto all'altra.
Marianne e Julianne la pensano anche alla stessa maniera politicamente ma scelgono due modi diversi per realizzare quello che hanno in mente. Julianne diventa giornalista, Marianne  abbandonati marito e figlio si dà alla clandestinità.
Questo è il primo interrogativo che pone il film.
Perchè una donna con una certa stabilità economica rinuncia agli affetti familiari per una vita votata all'avventura, al rischio e alla lotta armata? L'ideologia può arrivare a farti abbandonare un figlio?
La seconda parte del film è scandita dalle visite in carcere: il rituale umiliante delle perquisizioni e dei colloqui in presenza di secondini silenziosi che annotano tutto quello che le sorelle si dicono, il ricordo di un passato vissuto assieme all'ombra anche delle stesse idee e l'interrogativo sempre incombente del perchè Marianne ha fatto tutto questo.
Il rapporto tra le due sorelle viene scandagliato in profondità, il film assume una densità emotiva impossibile da descrivere a parole, la cronaca familiare delle sorelle Ensslin nella drammatizzazione della Von Trotta diventa veramente difficile da dimenticare. La regista cerca l'equidistanza tra le due, cerca di capire il perchè, trova un miracoloso equilibrio nel tratteggio dei due personaggi, entrambi ricchi di quei coni d'ombra che li rendono ispidi e rendono praticamente impossibile il processo di identificazione.
E'impossibile parteggiare totalmente per una donna che ha anteposto l'ideologia all'affetto per suo figlio e risulta a tratti sgradevole anche il personaggio di Julianne che prevarica continuamente il suo uomo e che sceglie di andare avanti pervicacemente anche lei disinteressandosi di tutto quello che la circonda.
Il trait d'union tra le due sorelle.
Quando arriva la notizia del suicidio di Marianne( suicidio storicamente ancora misterioso, permane il sospetto che lei e gli altri della banda Baader Meinhof siano stati "suicidati" su commissione) Julianne si prodiga per cercare di smontare pezzo per pezzo la tesi del suicidio.
Perde il suo uomo per totale disinteresse.Trova prove a suo parere inoppugnabili ma all'opinione pubblica non interessa.Chi se ne importa se hanno ammazzato qualcuno in carcere?Anzi va a fiire che molti all'epoca pensarono che in quel carcere era stata fatta un'opera di pulizia necessaria al fine di mettere un macigno sul passato, solo per dimenticare.
Julianne perde fiducia per la scarsa civiltà incontrata nella sua lotta per un principio ma guadagna un nipote( che dopo un'iniziale rifiuto vorrà sapere chi era la madre).
Anni di piombo è un film che unisce magnificamente il rigore formale al contenuto. Un grande film di impegno civile  ancora in grado di stimolare discussioni  a 30 anni dalla sua uscita.
Un plauso va alle magnifiche protagoniste Jutta Lampe e Brabara Sukowa che riescono a far tracimare dallo schermo la loro vibrante emozione.
Quel terrorismo fortunatamente è una pagina di dolore passata e ricollocata nei libri di storia.

Su Margarethe Von Trotta

grande rigore formale, oserei dire quasi bergmaniano

Su Jutta Lampe

eccellente

Su Barbara Sukowa

perfetta

Su Rudiger Vogler

bravo in un personaggio dimesso

Su Doris Schade

non male

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