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Lovelace

Regia di Rob Epstein, Jeffrey Friedman vedi scheda film

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La recensione su Lovelace

di barabbovich
6 stelle

Biopic di una donna fragile e sfortunata, Linda Boreman, assurta a popolarità mondiale con il nome di Linda Lovelace nei primi anni '70, per via dello strepitoso successo ottenuto grazie alla sua specialità, esplicitata nel titolo di maggior fama, Gola profonda.
A dispetto del tema, il film non ammicca minimamente alla dimensione squisitamente pruriginosa alla quale potrebbe facilmente alludere, ma si mantiene su un registro sobrio, più accorto a sviscerare la dimensione psicologica del personaggio che non quella sociologica del contesto culturale, ancora profondamente maschilista, di quegli anni. Si tratta del classico schema per cui da una madre intransigente, bigotta e repressiva (interpretata da un'irriconoscibile, ma veramente irriconoscibile Sharon Stone) non poteva che uscir fuori una figlia insicura e facilmente condizionabile. Non le fosse bastata la madre, Linda si fece devastare ulteriormente la vita da suo marito Chuck Traynor (Sarsgaard), un buono a nulla che non solo la sfruttò continuamente (lei lavorava, lui incassava: un vero magnaccia), ma la riempì di botte e umiliazioni di ogni genere. Poi Linda decise di voltare le spalle al mondo dell'hard, si rifece una vita, scrisse un libro (Calvario, titolo più che esplicito che ha ispirato il film stesso) e contribuì a lanciare la sfida del femminismo, prima di andarsene a soli 53 anni, a causa delle ferite riportate in un incidente stradale.
Amanda Seyfried, col suo faccino ingenuo e un pizzico di esoftalmo, dà più anima che corpo al personaggio della protagonista (in precedenza oggetto di altri due film: Inside deep throat e Inferno: A Linda Lovelace Story), ricalcando parzialmente il ruolo che ebbe in Chloe di Egoyan. Il suo personaggio contribuisce a disegnare l'ulteriore ritratto di un mondo che, nel cinema (Hardcore, Boogie nights, Moana), viene raccontato per l'ennesima volta nei suoi aspetti mefistofelici, come la discesa agli inferi di un individuo (uomo o donna che sia) costretto a pagare ad altissimo prezzo il costo della popolarità.   

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