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Qualcosa nell'aria

Regia di Olivier Assayas vedi scheda film

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La recensione su Qualcosa nell'aria

di barabbovich
6 stelle

Il dopo '68, cioè dopo quel maggio francese (Après mai) passato alla storia come la fiammata che ha incendiato la gioventù di mezza Europa. Cosa ne è stato - a una manciata di anni di distanza - delle illusioni, delle idee di rivoluzione, delle aspirazioni ascetiche e artistiche, degli slogan, della controcultura? Prova a raccontarcelo l'ennesimo film riuscito a metà di Olivier Assayas, che rovista a piene mani tra i cliché dell'epoca (siamo nei primissimi anni '70), trasformando quella stagione di formidabile rinnovamento e creatività in uno scontro (a sinistra) di tutti contro tutti: maoisti, trotzkisti, anarchici, comunisti, progressisti anticomunisti. Sulle facce degli adolescenti di quegli anni irripetibili (con un casting da hard discount) sono stampate le velleità che il regista sembra voler suggerire, a cominciare dal fatto che i tanti personaggi sono tutti figli di papà, come se la classe operaia non fosse esistita nemmeno allora (mentre oggi aspira al massimo a un posto nella casa del GF). Il ritmo monocorde, le pochissime invenzioni di sceneggiatura (sorprendentemente premiata a Venezia con l'Osella), l'indugio continuo sulle religioni fai-da-te ante litteram e i baccanali a suon di canne e acidi restituiscono una visione conservatrice, caricaturale e grottesca.
Memorabili le musiche dell'epoca: Nick Drake, Amazing Blondel, Tangerine Dream, Kevin Ayers e Syd Barrett: chi più ne ha più ne metta.

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