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Sister

Regia di Ursula Meier vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sister

di miss brown
8 stelle

Anche in Svizzera ci sono i poveri, e sono bianchi, biondi e con gli occhi azzurri. Davanti a questa amara, quasi ironica "scoperta" ci mette fin dall'inizio la regista Ursula Meier.

 

Simon, 12 anni e Louise, 25 (?) vivono in un blocco di case popolari sito ai piedi della teleferica che porta gli altri, i ricchi sui campi da sci. Louise fa l'operaia, ma è umorale e litigiosa, perde ripetutamente i lavori che trova, fuma compulsivamente, beve parecchio e si porta a casa un uomo diverso ogni notte, con qualcuno ogni tanto sparisce per settimane.                                                                 Il capofamiglia, quello che porta a casa i soldi e gestisce la cassa è il piccolo Simon. Munito di uno ski-pass di dubbia provenienza si reca ogni giorno sui campi da sci, ruba tutto il rubabile (portafogli, guanti, occhiali, zainetti, caschi, sci) anche su commissione, con la complicità di un cameriere inglese; alla sera porta il bottino a valle, dove lo rivende a passanti e amici. E quando Louise gli chiede se ha fatto la spesa lui estrae da uno degli zaini i panini sottratti dalle riserve dei turisti. Non è certo una bella vita ma loro la vivono così, di giorno in giorno, come se dovesse durare per sempre.

Simon è completamente solo, vuole una mamma; si affeziona ad una signora americana (una magrissima, quasi irriconoscibile Gillian Anderson) madre di due bambini, ma anche lei è una turista, dopo due settimane parte. Dopo che Simon, geloso, le ha mandato all'aria un possibile filarino in una scena che rivela il terribile, reale rapporto fra i due, Louise lo respinge e lui scappa, si rifugia nel ristorante in cima alle piste, ormai chiuso e svuotato alla fine della stagione. Lei, disperata, lo va a cercare: entrambi si rendono conto che non possono proprio fare a meno l'uno dell'altra.

 

Léa Seydoux mortifica con coraggio la sua luminosa bellezza nelle mises proletarie e nei bronci di Louise. Il piccolo Kacey Mottet Klein è uno scugnizzo dei monti credibilissimo. Entrambi offrono interpretazioni di straziante emozione.

La regista Ursula Meier fotografa con la medesima attenzione la maestosità delle Alpi, le piste da sci, il mondo dei ricchi e privilegiati e il misero appartamento nelle case popolari, i sottoscala sbrecciati, i bambini dai vestiti troppo grandi, entrando di diritto a far parte della bella schiera di registi neo-realisti europei che fa capo a Ken Loach.

 

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