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Otello

Regia di Orson Welles vedi scheda film

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La recensione su Otello

di Antisistema
9 stelle

Orson Welles probabilmente è stato il regista più sfortunato della storia del cinema, poichè l'unica volta che potè girare in condizioni produttive normali come tutti gli autori che si rispettino, ha tirato fuori con Quarto Potere (1941), quello che a tutti gli effetti è il miglior film della storia del cinema probabilmente o comunque giù di lì. Ogni sua opera successiva venne paragonata con l'intenzione di sminuirla al suo primo film, non considerando il fatto che non era tanto il regista ad aver subito un calo, ma le condizioni lavorative impietose con ingenerenze marcate degli studios e final cut negato in post produzione dove le sue pellicole venivano rimaneggiate brutalmente tanto che ora oggi anche quando si è potuti recuperare qualcosa, comunque non abbiamo dei veri e propri final cut ma versioni che si presumono più vicine alla volontà del regista. Con Othello (1952), secondo adattamento di un'opera di Shakspearre dopo il bellissimo Macbeth (1948), si introducono nuove difficoltà per il regista; i problemi produttivi con soldi che inizalmente vi sono, poi in corso d'opera scompaiono con il risultato di avere delle lavorazioni travagliate. 

Welles era partito con le migliori intenzioni anche questa volta, ma dopo pochi giorni dall'inizio delle riprese il produttore del film và in bancarotta con il risultato che il regista si ritrova al palo con una lavorazione già avviata, decidendo caparbiamente di investire in prima persona nel progetto, arrivando a sospendere per almeno tre volte la lavorazioni per reperire i soldi tramite suoi ingaggi come attore in altri film, giungendo infine dopo circa tre anni di lavorazione ad ultimare l'opera. 

 

 

Il travaglio produttivo non ha danneggiato qualitativamente il film, però indubbiamente non è stato indolore e la cosa si nota subito dalla regia e dal montaggio adoperato dal cineasta che risulta frammentato, con inquadrature brevissime e presenti in gran numero, alternandosi con numerosi campi stretti, inquadrature dal basso e primi piani per mascherare la non continuità temporale del girato, tanto che molte volte anche delle sequenze di dialogo tra personaggi sono state girate nei campi e controcampi in set situati in differenti location, con tutte le difficoltà nel dover mantenere una continuità visiva. 

C'è solo da togliersi il cappello per la caparbietà del regista nel non gettare la spugna e nel sacrificare in parte il suo stile registico fatto di piani sequenza per scendere a patti con i mezzi limitatissimi che aveva, arrivando a regalarci comunque un altro capolavoro che magari qua e là può soffrire per un'eccessiva frammentazione che fa perdere le coordinate tra i discorsi dei personaggi, specie nella parte iniziale ambientata a Venezia, ma comunque il risultato è di sicuro pregio. 

Con Otello (interpretato da Orson Welles), siamo alle prese con un personaggio che è un pò l'autobiografia del suo interprete; una persona che si è costruita da sè e dal talento geniale nell'arte della guerra in qualità di generale valoroso della Repubblica di Venezia, arrivando a sposare una bellissima dama della nobiltà della città lagunare di nome Desdemona (Suzanne Cloutier). Con tutte le persone che sono in alto, però suscita l'invidia dei mediocri e Iago (MacLiammoir), alfiere di Otello il moro, complice anche la mancata promozione al rango di luogotenente a favore di Cassio (Michael Laurence), medita di screditare il generale tramite la calunnia del tradimento di Desdemona con Cassio. 

Otello s'è costruito da solo, ma risulta anche un uomo ingenuo e facile da ingannare per una serpe viscida come Iago, le cui azioni non sono mosse solo dall'invidia, ma anche dalla volontà di distruggere la felicità altrui, elemento che per lui risulterà essere inafferrabile e quindi non può fare altro che buttare giù dalla torre chi gode di essa. 

 

scena

Othello (1952): scena

 

Con uno stile visivo che mescola espressionismo con certe soluzioni mutuate dal cinema di Ejsenstein, guardando marcatamente a pellicole come Ivan il Terribile (1944) nei giochi dei chiaroscuri con una forte raffinatezza estetica quanto claustrofobica. 

Si fa di necessità virtù, eppure il regista non rinunzia a soluzioni visive simboliche ed originali nella composizione della messa in scena come il porre nella medesima inquadratura il mare agitato combinato alla collera di Otello che si scaglia contro Iago in cerca di una prova certa del tradimento di Desdemona o l'immagine del generale riflessa allo specchio di cui vede il suo volto distorto e per metà immerso nell'oscurità e differenza della dolce e pura Desdemona che si staglia in un bianco angelico nel riflesso del vetro. 

Questa volta il crollo del titano sarà dovuto solo ed esclusivamente a fattori interni alla propri psiche, che sempre più corrosa dalla gelosia di costruisce una gabbia sempre più spessa che lo rende limitato ed infine cieco all'inganno perpetrato dal viscido Iago. 

Abbiamo quindi l'ennesimo tassello di una filmografia coerente nel proprio percorso autoriale, che riesce a fare un eccellente uso delle scenografie naturali e sfruttare alla perfezione quando il budget lo permetteva nell'uso dei set adoperati per le scene in interni, specie nelle sequenze ambientate a Cipro che sono una goduria visiva per il loro uso della luce. Costato quindi la bellezza di 5 euro ed un piatto di lenticchie tra l'altro raccattati alla bell'e meglio, Otello resta oggi un piccolo capolavoro che all'uscita fu un fiasco di pubblico e critica, uscendo con vari montaggi differenti, seppur una volta tanto il regista vide i suoi sforzi premiati con la Palma d'oro a Cannes per altro contestatissima, ma quantomeno meritata anche solo per lo sforzo nel non essersi mai arreso neanche quando molti attori hanno dovuto abbandonare per conflittualità o comunque non erano presenti sul set costrigendo il regista a far uso di controfigure. 

Se gli USA non hanno permesso di far esprimere il suo genio mettendogli i bastoni tra le ruote, neanche nell'eden Europeo il povero Orson Welles potè finalmente avere una produzione normale e purtroppo per lui, le sue sfortune non finiranno con il suddetto film. 

 

Orson Welles, Suzanne Cloutier

Othello (1952): Orson Welles, Suzanne Cloutier

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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