Espandi menu
cerca
Magic Mike

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 316
  • Post 214
  • Recensioni 6385
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Magic Mike

di alan smithee
4 stelle

Steven Soderberg, quasi cinquantenne e proprio per questo, su sua ufficiale dichiarazione, in procinto di dire addio al mondo della regia allo scadere della ricorrenza. Steven Soderberg che lavora come un forsennato (ma lo ha sempre un po' fatto in fondo) per riuscire a portare a termine tutti i progetti che ha in mente. Steven Soderbergh che non contento si interessa pure di quelli degli altri. Il soggetto del film, che a prima (s)vista potrebbe sembrare la versione "macho" di "Straptease" (ma non arriva a tale bassezza, per fortuna), e' stato suggerito al cinesta proprio da Channing Tatum, per l'occasione qui anche produttore, che conosce bene quel mondo, avendo esercitato la professione di spogliarellista in un suo recente passato prima di elevarsi a star hollywoodiana. La storia di Magic Mike, ragazzo dai mille mestieri con il solo obiettivo nella vita di fare soldi e sfruttare dunque quel corpaccione da idolo che mamma natura ha avuto compiacenza di fargli dono.
La sua storia si divide con quella del piu' giovane Kid, ragazzo disoccupato ma di bella presenza che finira' per inserirsi in quel mondo di bamboli di carne per donne in vena di festeggiamenti e bagordi (non si sa a che pro, forse in America ogni week end ricorre la festa della donna, forse giustamente laggiu' una democratica pari opportunita' prevede che locali di spogliarello per signore si spartiscano il mercato con quelli dedicati agli uomini). E ancora la storia di Magic Mike si spartisce con quella del proprietario del locale Dallas, piu' anziano ma ancora in ottima forma e applauditissimo.
Ecco dunque che il film di Soderbergh ci presenta - ed e' forse la sola cosa interessante del film modesto - tre individui che rappresentano tre caratteri di tre decenni della vita dell'uomo adulto di oggi: Il ventenne alle prime armi Alex Pettyfer), ingenuo e irruento, impacciato ma desideroso di apprendere, innocente ma debole a resistere  alla corruzione e al mondo degli stupefacenti; Il trentenne dinamico e pianificatore (Magic Mike appunto, Channing Tatum a suo agio nel mostrare terga di marmo, e molto acrobatico per i trascorsi di cui abbiamo gia' detto), che vive la sua ascesa consapevole delle proprie qualita' e della sua capacita' di vendersi bene al pubblico adorante (non male la scena del colloquio imbarazzante in banca, con la funzionaria che sembra cedere alle sue lusinghe); ed infine il quarantenne (Matthew McConaughey), consapevole del tempo che passa (ma che gli consente di sfoggiare un fisico vitruviano che nel contempo rassicura e far morire di invidia noi altri poveretti, piu' o meno pari-classe) e per questo passato alla direzione e alla gestione a livello manageriale dell'attivita' che lo ha visto calcare palchi (e corpi femminili in visibilio).
Per il resto il film, lungo e ripetitivo fino alla noia, si divide tra numeri sempre piu' folkloristici ed improbabili di streap (ma in fondo sempre sciocchi e caciaroni), in una semi-storia sentimentale che stenta a decollare tra il "Magico" e la sorella del biondino neo assunto, e ancora una volta Soderbergh sforna un film freddo e matematico come un teorema con dimostrazione annessa, in cui il pur bravo regista sembra che voglia farci capire di aver centrato il fulcro del dibattito e della problematica.
Ma in fondo ci vorrebbe un po' di cuore (da non confondere con "sentimento" o sentimentalismo, che non manca ed anzi avanza), un po' di partecipazione, mentre invece l'eclettico regista sembra volere solo dimostrare di essere in grado di trasporre ogni genere ed argomento. Imparasse dall'altro Steven (Spielberg) cosa vuol dire passione, tenere davvero ad un progetto, viverlo intimamente e non dimostrarlo astrattamente e freddamente come una formula. Meno intelligenza fine a se stessa e piu' passione, piu' calore insomma. Ma se cosi' fosse stato probabilmente a Soderbergh - che purtroppo in questo turbine produttivo senza freni finisce per piacerci sempre di meno - non sarebbe mai passato per il cervello di girare un film sugli spogliarellisti truzzi a stelle e strisce.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati