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Lincoln

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Lincoln

di GIMON 82
10 stelle

"Due cose che fanno parte della stessa cosa sono uguali,quindi "LA STESSA COSA"

Cita il Teorema di Euclide il "Lincoln" di Spielberg,un testo scritto 2000 anni prima.Una citazione intellettuale da "dotto" nello spirito come nella politica,per dare un significato concreto al suo 13 emendamento.Spielberg arriva dove vuole,a "epicizzare" un pezzo concreto di storia americana,"Lincoln" è film impegnativo,da "catturare" e seguire con estrema attenzione.Il giovane "vecchio" Steven da Cincinnati dona una purezza d'animo al suo "Lincoln",facendo questo ripone tutto nel fisico da lungagnone di Daniel Day Lewis.Mostruoso l'attore  inglese,forse nell'incarnazione umana piu' sentita della sua carriera,un adempimento arduo il suo,nell'entrare anima e corpo nella figura epistolare di chi ha scritto una pagina di storia.Il respiro del film è tutto concretizzato nella sceneggiatura un po "criptica" nel dialogo,ma estremamente aulica nei passaggi."Lincoln" è il classicismo elevato del cinema storico,in figure carismatiche impregnate di potenza epica dalla scrittura di Tony Kushner.L'assetto scritturale si suddivide in piu' livelli,dalla cruenza della Guerra di secessione,donataci in immagini forti,pregne di liricismo stoico,alle bagarre da dibattito per approvare l'abolizione della schiavitu'.Ci si aspetterebbe da un titolo simile un polpettone infarcito di dogmi storici,ma la forza della scrittura sta sopratutto nell'approfondire i rapporti umani e le psicologie dei personaggi.Il presidente Lincoln mantiene un ampia dose d'umanita',evincente nella simbiosi coi suoi famigliari,dalla moglie Mary,matriarca con presunti disturbi mentali,ma impegnata nel ruolo di "Lady Lincoln" a sorreggere il marito.Ma è sopratutto il ruolo coi figli a rendere l'impatto col film piu' emozionale,dal piccolo e affettuoso Tad al ribelle Robert,una figura "selvaggia" agli antipodi dall'aura "umanistica" ma anche "furbetta" di Daniel Day Lewis.Il nucleo centrale del film è la vicenda umana e portante di Lincoln,ma non solo quello,Lincoln è "burattinaio" della storia,la centralita' è nel susseguirsi degli eventi che portarono allo storico voto del 13 emendamento con l'abolizione della schiavitu'.La materia da sogno di cui Spielberg ha nutrito i suoi fan per anni diviene simbologia dell'epico,nella regia "discreta" e sottintesa,la sua telecamera svolge il compito di narrare gli eventi,in passaggi enormi nella figurazione e nell'enfasi caratteriale di alcuni personaggi.Con questo film Steven ha dimostrato di poter spaziare in ogni spicchio cinematografico,dalla fantascienza al thriller,all'impegno sociale fino ad oggi,al contatto diretto con la storia.Lincoln possiede una luce propria,magniloquente negli eventi,sorretto da una scrittura enorme e dalle performance superbe di Day Lewis,Sally Field,Lee Jones e Spader.Possiede un fascino speciale Lincoln,"politicamente corretto" a tratti,non per scelta registica,ma per dettatura degli eventi,in una catarsi fruibile solo accomodandosi pazientemente in sala,cercando di "catturare" la forza dei dialoghi e delle immagini.Immagini stupende,impregnate dallo storicismo enorme della fotografia,barocca, lirica e commovente,come il finale,dove la figura austera di Lincoln si erige agli onori dell'umanita' e sopratutto della storia......

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