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Anna Karenina

Regia di Joe Wright vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Anna Karenina

di berkaal
7 stelle

"All The World's A Stage" deve aver pensato Joe Wright mentre sceglieva l'approccio col quale affrontare la trasposizione di questa notissima vicenda. Sta di fatto che buona parte dell'azione si svolge su o davanti o dietro un sontuoso palcoscenico ottocentesco, che serve da scenografia per le situazioni più disparate, anche gli esterni. Ne consegue una narrazione onirica, bizzarra, psichedelica, senza regole, allegorica, con un ritmo serrato, vorticoso, talvolta inebriante, caratteristica questa completamente assente nell'originale di Lev Tolstoj. Strano libro, in verità, Anna Karenina: viene naturale pensare che l'opera narri le traversie di quella che dovrebbe essere la protagonista, e invece no, le gesta della moglie fedifraga occupano circa un decimo delle pagine del tomo, il resto sono impiegate invece a narrare le vicissitudini di Kònstantin Dmitri? Levin, alter ego dell'autore (Levin = Lev), che Anna Karenina non se la fila proprio per tutto il libro, o di altri personaggi, oltre ad erudite dissertazioni sulle tecniche di coltivazione della terra o velleitarie incursioni nell'economia politica. Il regista si perde la parte migliore del libro, che è la descrizione degli usi, dei costumi, dei pregiudizi, delle debolezze dell'alta società russa del tempo (lo sapevate che pranzavano alle cinque del pomeriggio?) ma attribuisce alla protagonista lo spazio che merita relegando così il deuteragonista ad un ruolo decisamente marginale, di contorno. Ma questa pellicola un grosso problema ce l'ha, e risponde al nome di Keira Knightley, che per chi scrive, dopo dieci minuti di visione, diventa insopportabile, soprattutto con quel vezzo di atteggiare le labbra a culo di gallina, sembra si faccia un selfie dietro l'altro. L'attrice in oggetto è leziosa, supponente, indisponente, la sensazione è che finisca ogni volta per interpretare solo un personaggio, se stessa. Buon per Joe Wright che la tiene in grande considerazione, evidentemente vede qualità che sfuggono al sottoscritto. Camaleontico e attore sopraffino è invece l'inafferrabile Jude Law, perfettamente calatosi nella parte del grigio funzionario Aleksej Karenin, un travet assurto ad una carica di rilievo. Ottima la fotografia, così come le scenografie, il montaggio, i passaggi narrativi, e soddisfacenti le interpretazioni degli altri attori, resta quell'unico ma pesantissimo fardello dell'attrice protagonista che pregiudica il giudizio finale. Per finire una nota di colore: il cane che scoreggia è un indubbio tocco di classe.

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