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Anna Karenina

Regia di Joe Wright vedi scheda film

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La recensione su Anna Karenina

di LAMPUR
8 stelle

Teatro che cigola altrove stasera. Dove la luna recita a braccio ed il buio è magica quinta.

 

Mi sono accomodato in platea con un pensiero, l'altra sera: vediamo che s'inventano. Perché Tolstoj tutto quello che ve pare ma un'altra dozzinale kareninata l'avrei retta a stento.

Ed invece l'Anna sbatacchiata dai sentimenti è stata un semplice orpello alla de/ricostruzione visiva applicata dai genietti Wright & Stoppard.

C'è voglia di stupire dal primo all'ultimo fotogramma, voglia di tirarti dentro una storia (che alla faccia del suo essere risaputissima guadagna attenzione grazie al sistema a scatole cinesi) e farti chiedere in continuazione come cavolo ci stai finendo.

Il Levin che abbandona Mosca, deluso da Kitty che lo rifiuta al ballo, e torna a casa, in campagna, dal fratello malato, si risolve in una semplice quanto ardita salita di scale dal palcoscenico, dove è allestita la rutilante sala da ballo, al graticcio (soffitto) del teatro, tra maestranze e contadini che piano piano mosaicheggiano in magistrale piano sequenza (come l'altro, iniziale, ubriacante, ad intersecare magicamente case, uffici e stazioni) che smorza toni e luci adeguandole a paesaggio rurale.

E cosi adusate ed abusate scene come il valzer mazurka contaminato stavolta da intrigante danza contemporanea, o l'ippodromo pulsante di autentica gara adattata in teatro, acquistano valenze insospettabili rendendo la visione una sorpresa continua.

Splendide le intersecazioni tra vita domestica e luci del proscenio spesso chiamate in causa a sottolineare l'impianto teatrale che pesantemente/fondamentalmente c'è e che, con parallela leggerezza, rende fluida e naturale la percezione.

D'accordo con chi sottolinea qualche ingerenza di troppo al vizio espiazionistico del regista che spesso indulge al panorama rusticamente agreste con eccessiva enfasi, ma stavolta perdono tutto tranne le musiche poco incisive del nostro Dario Marianelli e quell'inspiegabile arcata dentaria inferiore dell'altrimenti splendida Keira, che sembra uscita direttamente da un attentato di Zero Dark Thirty

 

 

 

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