Regia di James Mather, Stephen St. Leger vedi scheda film
Azione, azione, azione. Nient'altro da segnalare per un film dove proiettili ed esplosioni la fanno da padrone all'interno di un canovaccio dove le assurdità abbondano.
Luc Besson, produttore di questo “Lockout”, vincerebbe a mani basse il premio al miglior Yankee d'Europa. Voglio dire, che preferisse il cinema d'azione a quello di Ingmar Bergman era evidente già dalle sue prime opere come regista negli anni '80, ma ciò non è in se un limite e alcuni dei suoi primi film dimostravano che azione e becero non sono necessariamente sinonimi. Sfortunatamente nella sua parabola professionale più recente (ultimi 15 anni, all'incirca) l'azione è andata facendosi sempre più priva di misura e -peggio del peggio- di cervello, partorendo dozzine di prodotti dementi come questo “Lockout” dove proiettili e esplosioni rappresentano l'unica, esilissima colonna dorsale della pellicola. Infinita la lista di assurdità di copione, prima fra tutte quella che vede gli USA come prima ed indiscussa potenza mondiale nell'anno 2079. Insomma, se non volete concludere la serata con un gran mal di testa e poco cinema ve ne sconsiglio la visione.
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