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The Innkeepers

Regia di Ti West vedi scheda film

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La recensione su The Innkeepers

di supadany
6 stelle

Premessa. Prima di questo film, ma anche dopo, era impossibile trovare un’edizione italiana di un titolo di Ti West; ci arriva uno dei meno popolari (o sponsorizzati, non so, pensavo a “The house of devil” (2009) o al collettivo "V/H/S" (2011)), strana la vita, ma non vale la pena di fare troppo i difficili e prendere quello che passa (il convento).

Il Yankee Pedlar Hotel è giunto al suo ultimo week end di apertura, gli ospiti sono vicini allo zero ed al lavoro ci sono ormai solamente Claire (Sara Paxton) e Luke (Pat Healy).

Inaspettatamente giungono un paio di misteriosi ospiti, l’ex attrice Leanne Rease-Jones (Kelly McGillis) ed un anziano che sa benissimo in che camera insediarsi.

Intanto Claire registra delle presenze non terrene alle quali Luke non crede e Leanne la mette in guardia.

Il tutto sta nel vedere se è ancora in tempo per salvarsi.

 

Sara Paxton, Pat Healy

The Innkeepers (2011): Sara Paxton, Pat Healy

 

Ti West ricama una ghost story con risvolti horror attraverso un esercizio di stile che va dalla pura tecnica esecutiva, ai tempi (e modi) d’azione, attraversando i diversi personaggi che vivono la scena.

Così che Claire e Luke alleggeriscono la tensione con una spiccata simpatia nerd, un’attrice un po’ “acida” (così dafinita da una battuta inserita apposta per rappresentare lo status delle star?) si scopre essere tutt’altro diventando parte in causa ed un anziano è pronto al trapasso, tutti insieme all’interno di una struttura ricettiva con le ore contate ed una storia lunghissima alle spalle

La pellicola si giova di un buon lavoro d’ambient e di atmosfera (bellissima l’intro che raffigura la mutazione nel tempo della struttura), con qualche stacco forte, anche brutale (vedi lo scherzo al computer di Luke), quando occorre.

Convincente la protagonista, Sara Paxton “utilizzata” svuotata, nei limiti del possibile, delle sue avvenenze estetiche sostituite da una spiccata simpatia ed un po’ di stoltezza, mentre Pat Healy regge il gioco e fa un piacevole effetto ritrovare Kelly McGillis genuinamente invecchiata.

Tanti piccoli pregi per un film che comunque non spicca, quasi non sembra nemmeno volerlo, più orientato sul “giocoso” che sullo spaventoso con l’horror concentrato quasi esclusivamente in cinque minuti sul finale.

Però si respira semplice onestà e ciò basta per renderlo gradevole anche se non bisogna aspettarsi di uscirne sconvolti, pena da pagare quella di pensare di aver assistito ad un film inutile.

Integro.

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