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The Innkeepers

Regia di Ti West vedi scheda film

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La recensione su The Innkeepers

di bradipo68
8 stelle

Che cosa ci aspettiamo da un horror o da una ghost story?
E' questa la domanda che ci si deve porre quando ci si mette belli comodi sulla comoda poltroncina del cinema o sul capiente divano adagiato a un millimetro dal televisore monstre che fa bella mostra di sè in salone e ci apprestiamo a gustarci un prodotto di tale genere.
Spaventi? Atmosfera? Un crescendo di tensione insostenibile?  Se la risposta è affermativa allora è meglio fermarsi a vedere il nuovo film di quel piccolo genio con faccia da pirla ( e arirang! come disse Kim Ki Duk e daje co 'sta fofografia su imdb.com! lo so sono noioso ma non posso farci niente, è impossibile prendere sul serio una persona agghindata in quel modo...però ci sono altre immagini che depongono a suo favore) di Ti West.
Se gli spaventi che si cercano sono a buon mercato , se si anela a stravasi ematici da banca del sangue o frattaglie sparse dappertutto è meglio andare oltre.
Dopo l'ardito The House of the Devil il regista americano sposta se possibile ancora più in alto l'asticella dell'inosabile utilizzando gli ingredienti classici della ghost story come ad esempio un albergo infestato, l'ultracentenario Yankee Pedlar Inn, che col fantasma cerca di attirare clienti, reso più spettrale dalla chiusura imminente per fallimento, pochissimi clienti e due factotum che si dividono tra la  reception e le stanze e che trascorrono l'ultimo weekend d'apertura nell'albergo dandosi il cambio ogni tot ore.
E i due sono alla ricerca del fantasma (o dei fantasmi) di cui sopra perchè come ghostbusters in erba con la loro macchinetta che registra presumibilmente ogni attività ectoplasmatica esplorano gli ambienti dell'hotel.
Come già successo nel film precedente Ti West non dice qualcosa di nuovo ma lo dice talmente bene da farlo risultare peculiare nelle sabbie mobili di quello che è diventato il genere horror.
Mi permetto una battuta: uno degli spaventi più grossi riservatimi da questo film è rivedere Kelly McGillis, sogno erotico della mia adolescenza che volava sulle note di Take my breath away dei Berlin , ora placida signora di mezza età che mi ricorda da vicino mia madre, eppure è praticamente coetanea di Michelle Pfeiffer che di sicuro ha fatto un patto con il diavolo. O un abbonamento dal chirurgo plastico. Del resto gli anni non passano solo per noi comuni mortali.Ma stiamo divagando.
The Innkeepers è immerso per quasi tutta la sua durata in un'atmosfera di normalità, è quasi minimalista per come segue i due ghostbusters in erba alle prese con una delicata fase di passaggio delle loro vite dato che da lì a poco saranno sul marciapiede senza lavoro.
Dirò di più, fanno simpatia, generano empatia al contrario dei decerebrati che sono spesso issati a protagonisti di questo tipo di pellicole. Claire e Luke, (in)consapevoli nerds, sembrano quasi estratti da una commedia generazionale con le loro fisime e piccole manie, catturati nell'insicurezza di una fase della loro vita che si sta chiudendo.
Ti West non li muove come marionette , li segue passo passo con la sua cinepresa , soprattutto lei, Claire,una brava e credibile Sarah Paxton , una predestinata davanti alla macchina da presa che a neanche 24 anni ha una lista di film in cui ha recitato lunga un paio di kilometri.
A questo proposito è interessante notare come Ti West cerchi di smorzare del tutto la sua carica sexy facendole tagliare i capelli, facendole indossare una felpa con cappuccio oppure la polo d'ordinanza dell'albergo.
E anche nell'immancabile scena della doccia( da Psyco in poi è un pullulare di scene di docce) quando la sua cinepresa potrebbe indugiare sui pregiati dettagli anatomici della Paxton decide di inquadrarla il meno possibile a diascapito di impenitenti voyeurs.
La Paxton sotto la doccia è una sua visione privata, sua e della troupe. Ma stiamo divagando.
Anche stavolta da buon gourmet Ti West l'orrore, quello vero, quello che ti fa accapponare la pelle, accartocciare il respiro e che ti fa sobbalzare sulla poltrona in preda a tachicardia parossistica lo riserva per la parte finale. Una corsa a perdifiato che, dopo un crescendo costante arriva quasi improvvisa e per questo praticamente inaspettata.
E questo è un altro colpo di genio: stiamo aspettando da tempo che tutto si manifesti eppure The Innkeepers ti sorprende inerme , è come se ti facesse BUUUU all'orecchio quando meno te lo aspetti.Eppure è dall'inizio del film che lo stai aspettando.
Molti diranno che The Innkeepers è lento, non fa paura e tante altre amenità.
Lasciateli crogiolare nel loro cinema dozzinale: questo è un film per palati fini, girato da un nuovo dio del cinema che con i suoi carrelli lenti in avanti nei corridoi dell'albergo( qualcuno ha detto Shining?) mette molta più ansia di una qualsiasi vertiginosa zoomata in avanti.
The Innkeepers è da guardare con attenzione perchè racchiude in sè la cifra stilistica di un autore che si fa beffe del nuovo horror (la sequenza dello scherzo al computer in cui si fa vedere allo spettatore come è facile indurre sobbalzi a buon mercato) e che se ne frega di quello che gli accade intorno.
Se vogliamo questo è un film orgogliosamente contro, quasi eversivo in tempi di spaventi un tanto al kilo in cui il  sangue e le frattaglie sono sparse ovunque alla rinfusa, senza un'idea "forte" alla base.
Un film ingannatore fin dal titolo: si riferisce agli albergatori ma è l'albergo che ha qualcosa che non va.
Anzi molto. Sta praticamente chiudendo per mancanza di clienti......
(bradipofilms.blogspot.com)

Su Ti West

grande regia

Su Sara Paxton

ottima

Su Pat Healy

convincente

Su Kelly McGillis

un colpo al cuore e al ricordo

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