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Orizzonte perduto

Regia di Frank Capra vedi scheda film

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La recensione su Orizzonte perduto

di Axeroth
10 stelle

Shangri-La: pace-tranquillità-felicità | L'Uomo non crede nella vita, ma vive tormendandosi sulla morte, cede alle ideologie di massa, si corrompe l'anima mangiando e vivendo con uno stile di vita che lo uccide, cammina in mezzo agli uomini ma si sente solo, vive in mezzo alla natura e agli animali, ma pensa di vivere in mezzo a dei palazzi. L'Uomo è cieco, sordo, stolto, ed è un extracomunitario del proprio universo. La sua coscienza si aliena dal mondo e osa parlare di alieni dello spazio. L'Uomo quando viaggia, viaggia solo con il corpo e non dinamicizza la propria coscienza, lasciandosi ingannare dalla mente. Ovunque l'Uomo mette piede, invece di portarsi con sè ciò che ha imparato, distrugge i luoghi che visita portando con sè il passato. L'Uomo giudica, non vive; mangia, non gusta; sbuffa, non respira; sente e non ascolta; muore e non vive; parla e non dice; crea per distruggere e non per edificare. Shangri-La è la terra degli uomini coscienti, è il luogo dove sorge il sole nell'anima, è il luogo dove ogni essere vivente vive in armonia, dove la vita non ha termine se non quello voluto dalla propria coscienza. Il vecchio saggio sta in ognuno di noi, basta saperlo ascoltare. L'avarizia, il desiderio e la paura, impediscono al nostro corpo di reggere il peso dell'esistenza e al nostro cuore di ascoltare le vibrazione di eterno amore ed equilibrio che tra forme e immagini compongongono il nostro mondo. Se solo si fosse in grado di vivere sul serio la vita e di guardarsi intorno sarebbe possibile la pace. Quando il potere dell'amore supererà l'amore per il potere, l'Uomo conoscerà la pace. Talvolta non riusciamo ad accettare che la vita è bella in ogni sua manifestazione: la sofferenza ne è parte integrante ed edifica la vita di nuovi insegnamenti. La saggezza deriva dal dolore. Vivere la vita con la vita nella vita, permette di vivere a lungo, in salute mentale e fisica. Perchè ciò sia possibile, si deve cominciare da noi stessi: se ognuno comincia da sè stesso, a unisono si otterrà l'armonia universale. Diverse popolazioni sono state in grado di insegnarcelo: Abkhazia, Hunzakut, Okinawa e via dicendo... La longevità non è un'utopia, la pace non è un'assurdità e l'amore non è un'illusione. Per definire ciò che reale e ciò che non lo è, basta credere in qualcosa fermamente, con tutta la propria anima: e ciò accadrà. Quando accade non dobbiamo spaventarci se ci sembra troppo grande per noi: accettiamolo. Evitandolo rischiamo di rimanere chiusi in noi stessi: Shangri-La è là fuori ma è anche dentro di noi. I suoni della natura, il cielo azzurro e illuminato, i sorrisi sui volti della popolazione che la abita, il corpo in salute e pieno d'energia. La chiave di ogni cosa è situata nella gentilezza e nel buonsenso, nella ragione e nell'intelletto, nella pace e nell'equilibrio. Robert Conway (Ronald Colman) va alla montagna, una volta allontanatosi essa va da lui, fintanto che lui sceglie di tornare a lei. Noi e il nostro obbiettivo siamo un tutt'uno, quando prendiamo consapevolezza della reciproca legge d'attrazione allora sorrideremo e vivremo il momento, per l'eternità.

Frank Capra, nel 1937 trae spunto da un romanzo di James Hilton del '33 e porta sul grande schermo un evento insormontabile, uno scrigno di conoscenza incredibile. E' evidente come le scene di montagna debbano molto ad Arnold Fanck.
Orizzonte perduto è e rimane uno dei romanzi più influenti e importanti del XX secolo: avventuroso, coinvolgente, quasi surreale ed emozionante, colpisce il profondo del cuore del lettore lasciando il segno. James Hilton, si ispirò alla narrazione di alcuni missionari dell'Ottocento, che percorsero l'Asia centrale attraverso il nord della Cina, la Mongolia e infine il Tibet fino a giungere a Lhasa verso la fine degli Anni '40 dello stesso secolo. Il personaggio chiave di Shangri-La è un missionario cattolico belga, Padre Perrault, che per quasi 200 anni ha atteso l'avvenuta di un uomo in grado di sostituirlo e di condividere con il mondo la conoscenza e la vita vissuta in quel monastero in mezzo al Paradiso. Nel cuore di Shangri-La è situata una torre, in cima alla valle della Luna Blu, dove i suoi abitanti vivono felici e conducono una lunga vita immuni da malattie e dallo scorrere del tempo. La figura di Padre Perrault è il ritratto di Ippolito Desideri (1684-1733), padre gesuita che una volta arrivato in Tibet, invece di portare la sua dottrina religiosa, si fece coinvolgere e condizionare e cominciò ad ammirare la gente del posto, con la loro capacità di vivere a lungo, in salute e armonia con il creato. Oggigiorno il mito di Shangri-La (in oriente Shambhala) viene considerata terra mitica ed esistente e da sempre, è sogno di molti avventurieri e ricercatori trovarla e conoscerne il suo segreto.
Molte cose raccontate in questa pellicola hanno verità in fatti reali che hanno vece nelle popolazioni più longeve del pianeta situate un pò ovunque, ma soprattutto in Oriente. In quest'opera l'incontro tra il sacro e il profano, tra l'ancestrale e il moderno hanno collisione in Shangri-La.

Tra domande esistenziali, crisi di coscienza, incertezze e pazzia, i protagonisti della storia si ritrovano per ironia della sorte sul medesimo aereo che una volta partito da un hangar in Cina, avente come meta l'Europa, subirà un dirottamento fino a farli precipitare, in una tempesta di neve, in un luogo fuori dalle mappe navigatrici in mezzo alle montagne del Tibet. Lì Chang, un uomo enigmatico e incapucciato, li condurrà in una terra sconosciuta ed ermetica. In quel luogo, Conway e gli altri, cominceranno un viaggio nel proprio inconscio verso l'illuminazione e la presa di coscienza del vero significato della vita. Ma, come diceva Giordano Bruno: "la Conoscenza è destinata a pochi, solo ai migliori, ed avviene quando ragione e passione si uniscono per compiere l'ascesi verso la Verità". La mente, da sola, corrompe lo spirito e mente, mentre il cuore colma le lacune della razionalità ed edifica colonne dove le travi cadrebbero.
Capolavoro della storia del cinema da ripescare, rivalutare, contemplare, rivedere, ricordare e infine: far conoscere a più gente possibile.

Sulla colonna sonora

Dimitri Tiomkin, non delude mai.

Su Ronald Colman

Immenso

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